Graduatorie, per il Codacons Catania gli Ata che nel 2007 dichiararono falsi servizi andavano esclusi
Un cittadino imputato di aver presentato delle dichiarazioni di servizio mai svolte non può essere estromesso dalle graduatorie della scuola sino a quando la condanna a suo carico non viene decretata in via definitiva. Lo sanno bene i tanti candidati della graduatoria ad esaurimento, la cosiddetta ’24 mesi’ che dà accesso al ruolo, del personale amministrativo della provincia di Catania: in questi giorni hanno letto con stupore i nominativi di una ventina di “concorrenti” che risultavano essere condannati in primo grado, con decreto penale, a una sanzione di 16 mila euro per aver fornito nel 2007 falsi servizi all’interno di scuole private.
Lo stupore deriva dal fatto che l’Usp di Catania gli avrebbe comunque accordato in graduatoria il punteggio che secondo l’accusa non sarebbe mai stato effettuato. “La condanna – ha ribattuto Raffaele Zanoli, direttore dell’Ufficio scolastico provinciale di Catania – non è però ancora definitiva, perchè è stato presentato ricorso al decreto penale. Siamo in attesa della parola definitiva dal punto di vista giudiziario e nelle more – ha sottolineato il responsabile dell’Usp – abbiamo avvisato i vincitori del concorso che la loro chiamata è subordinata alla conclusione della vicenda penale che li riguarda”.
Per il Codacons, invece, il dottor Zanoli non poteva non tenere conto di quella sentenza: tanto che l’associazione, che tutela utenti e consumatori, ha prima presentato un esposto sulla vicenda alla Guardia di finanza. E poi ha scritto al ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, auspicando sia l’avvio di un’indagine interna sulla formazione della graduatoria, sia che venga approfondito l’operato del responsabile dell’Usp. Nel caso fossero accertate le sue responsabilità non ha esitato a chiederne “la rimozione”. Per gli avvocati del Codacons, Floriana Pisani e Elisa Di Mattea, “il bando prevedeva l’esclusione dal concorso di chiunque avesse presentato false attestazioni o dichiarazioni mendaci”.