Dopo gli incontri della scorsa settimana tra i rappresentanti del Ministero di viale Trastevere e le Organizzazioni sindacali, che avevano portato ad alcune limature ed aggiustamenti alla prima bozza del decreto di costituzione delle nuove GPS, comunque ritenute insufficienti rispetto alle richieste, è intervenuto anche il parere del Consiglio superiore della pubblica istruzione.
Anche il CSPI ha effettuato rilievi piuttosto critici sulla bozza di decreto ministeriale, evidenziando, tra le altre, la necessità di mantenere le tabelle di valutazione attualmente in vigore, risultando “poco opportuna” – ma forse il termine corretto è illegittima – la modifica in corso d’opera delle tabelle medesime, che inevitabilmente comporterebbe lo stravolgimento delle posizioni dei docenti già inseriti in graduatoria, con l’insorgere di inevitabile contenzioso.
La modifica delle tabelle di valutazione interverrebbe, in effetti, non solo per i nuovi inserimenti ma, soprattutto, sulle posizioni dei soggetti già inseriti nelle previgenti graduatorie di istituto.
A ben vedere, con l’istituzione delle nuove graduatorie provinciali e la conseguente sostituzione delle precedenti graduatorie di istituto di seconda e terza fascia, non si può più parlare di semplice aggiornamento delle graduatorie di istituto, ma di un vero e proprio azzeramento delle stesse.
In sostanza, i docenti inseriti nelle graduatorie di istituto di seconda e terza fascia, dovendo presentare nuova domanda per l’inserimento nelle GPS e nelle nuove graduatorie di istituto, vedranno azzerate le loro precedenti posizioni all’interno delle graduatorie, considerato che si procederà ad una valutazione ex novo di tutti i titoli, sia culturali che di servizio, in base a nuovi criteri, diversi rispetto a quelli previsti dalle previgenti tabelle di valutazione.
Ciò significa che, a fronte del diverso “metro” di valutazione di alcuni titoli rispetto al passato, verranno rimescolate le carte e stravolte le posizioni dei singoli all’interno delle graduatorie di seconda e terza fascia.
A titolo esemplificativo, si pensi soltanto alla circostanza che, rispetto alle precedenti tabelle, le nuove prevedrebbero una valutazione molto inferiore per alcuni titoli, come i masters universitari.
Paradossalmente quindi, un docente già inserito nelle precedenti graduatorie al quale un titolo era già stato valutato con un determinato punteggio, si vedrà inserito nelle nuove graduatorie con una valutazione diversa – ed inferiore – per il medesimo titolo.
Oltre il danno si pone anche la beffa.
Infatti, durante la vigenza triennale delle graduatorie, oltre a sperare di poter prestare servizio di supplenza per incrementare il punteggio, i docenti frequentano corsi ed acquisiscono ulteriori titoli, con sacrifici di studio ed impegni economici non indifferenti, per sperare di scalare ulteriori posizioni in graduatoria.
Resterebbero quindi beffati tutti quei docenti – soprattutto i precari storici – che, in vista del nuovo aggiornamento, avevano investito tempo, studio e risorse economiche per acquisire nuovi titoli che, a fronte delle nuove tabelle, verranno sottovalutati o non valutati affatto.
A fronte quindi delle pressioni delle parti sindacali e dei rilievi del CSPI, appare quindi più che opportuno un intervento “in limine” da parte del Ministero, per apportare i dovuti aggiustamenti, quantomeno, alle tabelle di valutazione titoli.
In caso contrario, molto probabilmente, il contenzioso non tarderà ad arrivare.
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