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Graduatorie provinciali, logico e doveroso l’inserimento dei laureandi

Si stanno scomodando proprio tutti, dai sindacati ai politici di turno, sulla bozza del bando di aggiornamento delle Graduatorie Provinciali e per esprimere contrarietà all’inserimento, in subordine nelle stesse, dei laureandi in Scienze della Formazione Primaria.
Il Coordinamento Nazionale Scienze della Formazione Primaria Nuovo Ordinamento risponde, chiarendo e argomentando, a una scelta ministeriale non solo logica, ma doverosa.
Con un diploma quadriennale potevano insegnare persone di 18 anni e ora quelle che un diploma lo hanno conseguito, che hanno superato un test di ingresso selettivo all’università e su fabbisogno nazionale, che sono in possesso di formazione pedagogica, didattica, accademica e non prive di esperienza sul campo con il tirocinio formativo attivo, che si stanno per laureare, non possono svolgere supplenze?

È increscioso dover spiegare a nomi altisonanti anche l’etimologia della parola “subordine”.

Infatti, dopo lo scorrimento delle graduatorie e il conferimento degli incarichi ai docenti con titolo, si passerà a conferire le supplenze a chi, il titolo, lo sta per conseguire, che si metterà regolarmente in fila, anzi in coda ai primi.
Quali posti di lavoro sottrarrebbero ai docenti e, soprattutto, in cosa e come li danneggerebbero?
Ancor più increscioso è notare che a scuola, il cuore della convivenza civile, educativa e formativa, perdurino logiche militari, come i comportamenti angarianti dei soldati prossimi al congedo nei confronti delle reclute, credendosi migliori e autorevoli in base all’età anagrafica e non alle competenze, o credere che il corso di laurea annoveri solo “ragazzetti inesperti”, quando, essendo l’unico percorso abilitante all’insegnamento in itinere, è costituito da una percentuale altissima di gente che, a 30/40 anni, con figli a carico e spesso con un titolo accademico alle spalle, ha deciso di rimboccarsi le maniche e di rimettersi a studiare.
Il sistema non regolamentato delle cosiddette MAD, messe a disposizione, era diventato insostenibile, soprattutto al centro-nord del Paese: dopo il regolare scorrimento delle graduatorie, gli istituti comprensivi, in mancanza di insegnanti e per non avere le classi scoperte, procedevano a chiamare chiunque fosse disponibile e avesse inoltrato la suddetta domanda. Così, nella scuola primaria, si è visto proprio di tutto, dall’architetto al geometra, dal ragioniere allo studente di qualsivoglia corso di laurea, senza la benché minima preparazione didattica e pedagogica, a danno dei bambini e di chi stava studiando, scegliendo consapevolmente la professione futura.
Si regolamenterà un sistema che, di fatto, esiste in molte regioni.
In ultima posizione, ma non considerazione, si risponde a chi parla di “precari storici” lesi dal nuovo sistema di reclutamento: precisamente, a quali precari storici ci si riferisce? A coloro che a pieno titolo sono nelle graduatorie a esaurimento, a scorrimento per il ruolo, o a quelli che con dei ricorsi infondati, bocciati da due Assemblee Plenarie del Consiglio di Stato e confermati dalla Corte di Cassazione, hanno scavalcato tutti i meritevoli per anni e sono stati “sanati” dal concorso straordinario 2018?

I primi sono, giustamente, in una graduatoria a scorrimento per il ruolo, mentre i secondi sono, ingiustamente, in una Graduatoria Straordinaria di Merito.

Il concorso straordinario 2018 permetterà l’immissione in ruolo di 42000 persone senza selezione, un danno irreparabile per la qualità didattica, un reclutamento iniquo e non meritocratico, favoritista, del sistema di istruzione.

Ma, sì, è meglio parlare degli studenti, limitandosi agli eventi in superficie, tralasciando le verità e le profonde ingiustizie.
È meglio guardare il dito e non la luna, la pagliuzza e non la trave.
D’altronde, le elezioni sono vicine e anche il rinnovo delle tessere sindacali.
Coordinamento Nazionale Scienze della Formazione Nuovo Ordinamento
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