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Graduatorie provinciali per le supplenze: un appello per modificare il regolamento

Alla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, al ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, alla viceministra, Anna Ascani, al sottosegretario, Giuseppe De Cristofaro, a tutta la Commissione Cultura e ai Sindacati (FLC CGIL, CISL, UIL, GILDA, SNALS, Anief).
Vorrei sottoporre a tutti gli attori di questo epocale cambiamento alcune criticità sulle bozze relative alle tabelle titoli e servizio delle nuove GPS, che se non rettificate saranno foriere di squilibri ai danni della scuola e soprattutto dei loro studenti:
  1. È stato cancellato con valore retroattivo il punteggio di “altre attività d’insegnamento”, attestate da contratti specifici (come da lettera D TITOLI DI SERVIZIO, punto 3/b delle precedenti tabelle), legittimato dalle stesse scuole-polo. Viene pertanto disconosciuta un’esperienza formativa come ad esempio insegnare italiano L2 ai profughi o le discipline a studenti (lavoratori e non) privatisti che per varie motivazioni avevano abbandonato gli studi. Questa competenza acquisita sul campo, su un’area che si colloca nell’ambito della dispersione scolastica, viene ora negata;
  2. I docenti precari che, a proprie spese, si sono aggiornati con master, diplomi di perfezionamento…, vedono vanificare i loro sforzi (da 3 punti si è passati a 0,5). Era meglio non farli?
Singolare è poi invece l’ulteriore valorizzazione dei titoli accademici (dottorato 12 + assegnisti 12+ abilitazione scientifica accademica 12). Con profondo rispetto del mondo accademico che ha formato milioni di laureati e ha continuato a farlo grazie proprio a quei corsi/master che ora sono stati svalutati, mi chiedo cosa orienti un professionista dottore di ricerca, assegnista, che ha conseguito anche un’abilitazione scientifica nazionale, verso la scuola che, se pur per alcuni aspetti affine, è un mondo con dei parametri e delle esigenze completamente diversi. Detto ciò, ben venga l’ulteriore riconoscimento, ma non a danno di altre esperienze meno blasonate ma forse più efficaci per il ruolo che si ricopre.
Queste sono alcune delle anomalie presenti nelle bozze. È partita anche una petizione per chiedere in maniera democratica e civile di rispettare le tabelle precedenti, in un’ottica dell’aggiungere non del togliere; la “semplificazione” non può essere sinonimo di superficialità, squilibrio e ingiustizia. È bene ricordare che le GPS sono pur sempre delle graduatorie per le assegnazioni delle supplenze.
Essendo ancora tutto in fieri, spero che tale appello non cada nel vuoto, ma sia motivo di un’analisi più approfondita sulla delicata nonché ingarbugliata questione scuola.
Licia Ricci
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