I lettori ci scrivono

Graduatorie provinciali, perplessità suoi titoli valutabili per le classi A55 e A66

Sono incostituzionali, iniqui, assurdi e mortificanti i nuovi criteri che stabiliscono i titoli artistici valutabili per le Graduatorie Provinciali, classi di concorso di Strumento Musicale A/55, A/56.
Ci sono cose che è veramente difficile comprendere e viene da chiedersi: Chi ha deciso di riformare i titoli artistici valutabili  designando come validi solo quelli svolti “all’interno di attività finanziate dal Fondo unico per lo spettacolo, o all’estero” esattamente a cosa stava pensando?
Questa decisione senza dubbio non favorisce il merito, non favorisce lo stesso trattamento sul territorio Nazionale, anzi,  discrimina gli aspiranti docenti del Sud, particolarmente quelli della Calabria e, cosa incredibile, in alcuni settori sfavorisce proprio i più meritevoli.
Nelle scorse settimane, nelle bozze degli allegati per la valutazione dei titoli relativi alle imminenti GPS (Graduatorie Provinciali), rispetto alle vecchie graduatorie di Istituto e ad Esaurimento, risultava eliminata completamente la valutazione dei concerti attraverso i cosiddetti titoli artistici.
Per alcuni questa appariva come una scelta giusta, considerato che l’uso della discrezionalità fatta in tutti questi anni, non sempre favoriva correttamente il merito, ma per altri questa scelta di non valutare più i titoli rappresentava un’ ingiustizia.
Non entro nel merito di questa prima bozza, poiché entrambe le opinioni hanno ragioni valide sostenibili. Di certo è che molti  hanno protestato.
Non so se il Ministero, o chi per lui, per placare le proteste, o approfittando delle proteste, ha inserito questa  brillante (ironicamente parlando) novitá assurda, incongruente,  insensata, irragionevole, scandalosa, ingiusta e discriminatoria.
Nella bozza definitiva, infatti, é stata reinserita la valutazione dei titoli con la soglia massima di 66 punti, ma con la condizione che questi titoli (trattasi essenzialmente di concerti), fossero finanziati con i fondi del FUS (Fondo Unico per lo spettacolo) o svolti all’estero.
Dopo un attimo di smarrimento, ho realizzato, come tanti altri colleghi, l’abnorme errore commesso, consapevolmente o meno, dal Ministero (o chi per lui).
Non si riescono nemmeno a contare le innumerevoli difficoltà e i problemi già evidenti, e quelli che seguiranno con la compilazione delle domande di supplenza. Ci saranno verosimilmente migliaia di reclami e contenziosi. Andiamo in ordine (ordine si fa per dire… più corretto ordine sparso) con qualche esempio di criticità.
1 – I fondi FUS  sono dei fondi pubblici erogati dallo Stato per finanziare teatri, comuni , associazioni ecc, per svolgere attività concertistica e di spettacolo.
2 – Prima discriminazione; esistono altri fondi pubblici e privati che finanziano le associazioni e gli Enti che promuovono lo spettacolo, molto spesso ideatori di manifestazioni di livello altissimo e spesso superiori a quelli promossi con fondi FUS. Per quale ragione il Ministero deve ritenere valutabili i concerti pagati con il FUS e non quelli pagati dalla Regione, dal Comune o da finanziamenti privati? Da qualche parte arriva la voce che sia un escamotage per far emergere il lavoro in nero. Ma se così fosse, non posso non pensare che al Ministero non sappiano che anche i concerti degli altri enti sono regolarmente pagati e i contributi sono regolarmente versati.
3- I fondi FUS  sono distribuiti in maniera iniqua sul territorio Nazionale. Sono corrisposti soprattutto  al Nord-Ovest del paese, di esigua entità al centro della penisola, risicati nel sud Italia.
Dal sito del Senato leggiamo a riguardo:
Emerge in generale che le più alte percentuali di contributi assegnati vanno alle regioni con un numero più consistente di abitanti, con alcune eccezioni, come ad esempio la Campania e la Sicilia, che pur avendo un percentuale di abitanti superiore al Veneto ricevono un contributo inferiore a quest’ultimo. Analogamente, la Toscana beneficia di un contributo maggiore del Piemonte, benchè la popolazione sia inferiore, e la Calabria, pure avendo un numero di abitanti superiore alla Liguria, riceve un contributo di gran lunga inferiore a quest’ultima. “ 
“Inoltre, si rileva come in alcune regioni vi sia una maggiore concentrazione proporzionale di risorse su un numero di soggetti più basso (ad esempio Veneto e Lombardia) con il risultato che ciascun beneficiario riceve una quota alta di contributo, mentre in altre vi è una ripartizione di risorse tra più soggetti, con il risultato di corrispondere un contributo per ciascun beneficiario meno elevato ma più diffuso (ad esempio il Lazio e l’Emilia-Romagna). “
Infatti, analizzando i dati emerge un quadro sconfortante per il sud e la Calabria in particolare.
La Calabria ha ricevuto, secondo i dati ufficiali (fonte sito del Senato), lo 0,27% dei fondi totali, mentre la Lombardia il 16,54%  il Veneto l’8,10 %.
La Calabria conta circa 2 milioni di abitanti, la Lombardia 10 milioni e il Veneto 4,9 milioni.
La Lombardia ha quindi 5 volte gli abitanti della Calabria, ma percepisce 60 volte di più di contributi, Il Veneto ha 2,5 volte gli abitanti della Calabria e percepisce 30 volte di più.
Il Veneto e la Lombardia percepiscono procapite sostanzialmente gli stessi contributi.
Se guardiamo il Friuli Venezia Giulia con poco più di 1 milione di abitanti, scopriamo che prende il 3,25% dei fondi FUS.
Il Friuli Venezia Giulia conta la metà degli abitanti della Calabria e percepisce 12 volte di più dei contributi del FUS.
La Liguria ha 1 milione e mezzo di abitanti e riceve il 4,5% dei contributi, ossia 17 volte di più.
Se facciamo un raffronto procapite rispetto alla Calabria, il risultato è questo:

Lombardia 12 volte in più 
Veneto 12 volte in più 
Friuli Venezia Giulia 24 volte in più 
Liguria 25 volte in più
Non sembra un rapporto equo, tutt’altro. Da qui appare immediato che il giovane aspirante docente di strumento in Calabria ha c.a 15 volte meno possibilità di maturare punteggio artistico rispetto all’aspirante docente del nord Italia, con punte di 25.
4 – Gli aspiranti docenti che svolgono attività di strumentisti solisti sono quasi completamente tagliati fuori dalla valutazione artistica, sebbene dovrebbero essere a rigor di logica quelli ad averne più di tutti i requisiti, se ragioniamo per meritocrazia. Ma di fatto è molto difficile per un solista  avere nel curriculum concerti effettuati con enti e/o associazioni che percepiscono fondi FUS.
Il FUS finanzia soprattutto, per quel che riguarda la musica, le opere teatrali e i concerti sinfonici.
A parte i Cantanti, nelle cui rappresentazioni spicca la figura del cantante protagonista di ruolo (Tenore, soprano ecc), ad essere favoriti sarebbero gli orchestrali a discapito di chi ha intrapreso la ben più difficile carriera di solista che in teoria dovrebbe essere invece più qualificato del professore d’orchestra (in teoria perché in pratica non sempre è cosi).
Questa è sicuramente una grave discriminazione. Un solista mediamente dovrebbe avere doti superiori o essere almeno più esperto di un orchestrale, sempre per quel che riguarda l’esecuzione strumentale e sempre in teoria. Ma con questa tabella, il solista svolgendo la sua attività artistica essenzialmente al di fuori del finanziamento del FUS, paradossalmente, si troverà di gran lunga dietro un orchestrale nella valutazione dei titoli.
5 – I musicisti Jazz. Questa categoria è quasi completamente tagliata fuori per una valutazione attraverso i titoli artistici. Gli strumentisti e i cantanti Jazz sono quasi completamente estromessi dai titoli artistici, poiché escludendo UmbriaJazz e qualche altra rara eccezione, non c’è possibilità di effettuare concerti con associazioni e enti che percepiscono i fondi FUS, che come detto sopra si occupano essenzialmente di opera e concerti sinfonici. D’altra parte dubito che il solista di Umbria Jazz sia interessato ad insegnare a scuola.
6 – E i concerti all’estero?  Saranno tutto valutabili e valutati, anche se effettuati in uno sgabuzzino con l’associazione Pinco Pallino. Non si comprende se è una scelta questa derivata dall’ignoranza o dall’opportunità. Vale più un concerto in Romania per la festa della Birra che un Concerto al Teatro Regio di Reggio Calabria? Non è facile capire la Ratio di una scelta così abominevole e mortificante per il nostro stesso paese, l’Italia, la patria della cultura musicale. Il ministero valuta zero le attività artistiche del proprio paese a vantaggio del resto del mondo.
7 – I concerti effettuati 5, 10, 20 anni fa, come posso sapere se sono stati finanziati con il FUS? O ancora, chi mi assicura che un concerto effettuato con un ente che percepisce i fondi FUS, abbia pagato quella specifica prestazione con quei fondi o altri? E come farà il ministero, o la scuola a controllare i concerti di 10 anni fa se fatti con una associazione che percepiva i Fondi FUS ma ha obbligo di conservare rendicontazione solo per 5 anni?
Le perplessità sono tante, a queste qui espresse se ne potrebbero aggiungere decine e decine.
Di certo  non si poteva fare peggio, in questo hanno fatto il massimo.
Paolo Luciani
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