Ha riscontrato forti dissensi la tabella di valutazione dei titoli utili per l’inserimento nelle Graduatorie provinciali per le supplenze: a fronte di un giudizio più che positivo per le nuove Gps – che introducono maggiore trasparenza e migliori possibilità di mantenere la continuità didattica – i sindacati non comprendono la decisione del ministero dell’Istruzione di cambiare in modo radicale i punteggi delle tabelle esistenti che si replicavano ormai da diversi anni.
I musicisti penalizzati
Tra i titoli più penalizzati vi sono quelli artistici. Ad esempio, i musicisti non potranno vedersi calcolare gli attestati di partecipazione per le loro esibizioni in spettacoli ufficiali. Una circostanza che li danneggerà non poco, considerando che decine se non centinaia di questi eventi risultano (seppure calcolati in modo minimo per ogni esibizione) alla base del loro maxi punteggio all’interno delle graduatorie d’istituto.
Valgono i titoli universitari non sempre attinenti
Con le nuove Gps, più valenza hanno invece i titoli conseguiti in ambito accademico, anche se non sempre del tutto attinenti alla classe di concorso.
“Per innumerevoli anni – commentano dall’Usb – la tabella di valutazione dei titoli è rimasta invariata. Su quella base le lavoratrici e i lavoratori hanno frequentato corsi, master, acquisito titoli, rigorosamente a proprie spese e nel proprio tempo libero, che con una mannaia sono stati falcidiati. Similmente, gli insegnanti delle discipline artistiche e musicali vedono i titoli di spesso lunghe carriere di esibizioni, ridotte notevolmente malgrado i meriti artistici siano un valore da portare all’interno dell’insegnamento. Contestualmente si vede sovrastimata la carriera universitaria che troppo spesso non ha alcuna attinenza con le attività di insegnamento nella scuola”.
La “meritocrazia deviante”
L’Unione sindacale di base parla di “meritocrazia deviante”, perché non consente “ai precari della scuola di prepararsi all’avvio di una nuova fase di valutazione (che ricordiamo è retroattiva)”, rendendo in questo modo vane “le conseguenze positive di tutta la procedura”.
La richiesta del sindacato di base è quindi quella di tornare a valorizzare “i titoli culturali e i titoli artistici e musicali acquisiti in questi anni e la valorizzazione dei titoli di servizio specifici e aspecifici”.
“Questo – conclude l’Usb – rappresenterebbe un riconoscimento del ruolo svolto in questi anni dai docenti precari, che in ogni scuola di provincia, periferia e città, spesso distante dalla propria residenza, hanno lavorato con impegno e con gli stessi doveri, funzioni e compiti del personale di ruolo”.