Dalla senatrice Enza Blundo (M5S) riceviamo una precisazione relativa ad un nostro articolo di alcuni giorni addietro.
Prendiamo atto che la senatrice Blundo conferma di fatto quanto da noi scritto limitandosi a chiarire che parlando di “graduatorie secretate” intendeva riferirsi alla non trasparenza dell’ “algoritmo” che era stato
utilizzato dal Miur per effettuare le nomine.
Il fatto è che la “terminologia” che si utilizza nel mondo della scuola è molto precisa e non sempre le parole sono intercambiabili: algoritmo non equivale a gratuatoria e affermare che Agnese Landini è entrata in ruolo grazie a graduatorie secretate è un po’ (tanto) diverso dal dire che è stata assunta con un algoritmo/meccanismo poco trasparente. (r.p.)
In merito all’articolo apparso su Tecnica della Scuola il 19 marzo, preciso che il mio post su Facebook era riferito alle modalità del piano nazionale di assunzione docenti, l’insieme dei parametri, cioè, mediante i quali si definiscono le priorità e i criteri con cui vengono ordinati i candidati delle due categorie (appartenenti cioè alle GM o alle GAE) ed in particolare al famoso «algoritmo» della fase C in base al quale sono stati assegnati i posti relativi alla fase e che il Miur ha pubblicato dopo mesi dalla conclusione delle immissioni in ruolo 2015/16.
Ed è proprio la fase C che ha visto la gestione più ambigua da parte del Ministero ed a fronte di pochi privilegiati, come la signora Agnese Landini che ha trovato collocazione vicino casa, c’è ancora chi si chiede perchè sia stato costretto a trasferirsi a diverse centinaia di km di distanza dalla propria famiglia e perchè nel piano di mobilità sia stato ulteriormente penalizzato.
Talvolta anche le più nobili cause possono esser rovinate da missionari frettolosi o inopportuni.
Anni e anni di abuso dei contratti a termine necessitavano di un piano straordinario pluriennale in grado di assorbire in loco tutti quei docenti che hanno investito parte della loro vita nel mondo della scuola. Ciò sarebbe stato possibile anche perché nei prossimi anni i numeri ci dicono che andranno in pensione decine di migliaia di docenti liberando posti a sufficienza anche per tutti coloro che saranno esclusi.
Prima della riforma, i docenti, all’atto dell’immissione in ruolo, venivano assegnati ad una PROVINCIA, per tutelare la dignità del lavoratore e proteggere il complesso di relazioni interpersonali e affettive della vita familiare .
Sarebbe bastato prevedere la copertura dei posti in organico funzionale con una fase provinciale/regionale da attuare per i prossimi due anni.
Ma il governo, per attuare uno svuotamento “forzato” delle graduatorie ad esaurimento provinciali (GaE) e regionali da concorso, ha costruito una complessa e poco trasparente articolazione in n. 4 fasi del piano di assunzioni straordinario previsto per l’a.s. 2015/2016, creando disparità di trattamento tra gli immessi nelle prime due fasi (A e B) e coloro che sono stati assunti nelle ultime due fasi (B e C); infatti, i primi potranno continuare a scegliere con la mobilità una sede scolastica DEFINITIVA, mentre i secondi saranno collocati negli albi, senza tener conto dei disagi personali e familiari arrecati al docente per il potere discrezionale dato all’Amministrazione di assegnare lo stesso ad una sede scolastica collocata in un ambito territoriale “ampio” e non più provinciale, con una precarizzazione del ruolo per l’incarico di durata triennale.
Accanto ai “vecchi docenti di ruolo” assunti prima dell’entrata in vigore della legge 107/2015, ci sono migliaia di docenti che stanno vivendo condizioni lavorative non adeguate alle loro competenze e alla loro professionalità, docenti assunti ma messi a disposizione di scuole che non sanno come utilizzarli Che la signora Landini-Renzi abbia trovato posto a poca distanza dal luogo in cui risiede non è di per sé una colpa, ma condividendo il post in oggetto su FB intendevo sottolineare che sono troppe le incongruenze e le disparità di trattamento, per cui il Governo deve prendersi la responsabilità: sono migliaia i docenti che questo governo ha prima illuso e poi preso in giro.
Enza Blundo, Portavoce M5S in Senato
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