In questi giorni, anche se non se ne parla poi così tanto nei media generalisti, ci sono state molte aggressioni a docenti e dirigenti scolastici da parte di genitori, come se fosse ormai la normalità. A rimarcarlo è stato il giornalista e conduttore Massimo Gramellini, su Il Corriere della Sera.
“Ormai non passa settimana senza che un professore venga aggredito da un genitore, ma di questo malcostume non importa niente a nessuno. In primis, duole dirlo, all’opinione pubblica: non vedo dibattiti infiammati sui social, né una reale percezione di che cosa sia diventata una comunità che non ha più freni inibitori nel mettere le mani addosso a medici e maestri, le due categorie davanti alle quali la generazione di mio nonno si toglieva il cappello”, ha esordito.
Preside aggredito, Gramellini: “Non mi interessa sapere la ragione”
“Non mi interessa neanche sapere la ragione che ha spinto il padre di una bambina della materna di Taranto, richiamato alla pugna dalla moglie che stava azzuffandosi con un’altra insegnante, ad avventarsi contro il preside, riducendolo come un boxeur dopo un combattimento in quindici riprese. In una società non autoritaria un preside può e deve essere criticato. Ma in una società autorevole non si dovrebbe mai varcare con tanta disinvoltura il confine che passa dalla critica alla maleducazione e dalla maleducazione alla violenza”.
“Da quando le regole sono state sostituite dalle suscettibilità, il parente di un ricoverato si sente autorizzato a gonfiare di botte una dottoressa del pronto soccorso solo perché, magari dopo dodici ore di turno, gli ha dato una risposta un po’ scortese. E il genitore di uno studente può picchiare un preside senza avvertire l’enormità del gesto, dal momento che, ai suoi occhi, chi lavora nella scuola fa un mestiere troppo antiquato e malpagato per meritarsi un minimo di rispetto”, ha concluso.
Ci vuole vigilanza davanti le scuole?
Il dirigente scolastico aggredito pensa che la situazione è talmente grave da aver bisogno di forze dell’ordine all’ingresso delle scuole: “I genitori non fanno più i genitori, non educano. Ovviamente è un discorso generale. Prendono sempre le loro difese. Accade nella scuola come nella sanità: dovrebbero essere i servizi più importanti della società, ma sono trascurati. Bisogna avere il coraggio di cambiare rotta. Deve essere la scuola a dettare le regole e dire cosa si può fare e cosa no. Noi accogliamo e facciamo di tutto per aiutare i ragazzi a star bene, ma l’inclusione è un mito perché basata sull’uguaglianza che, occorre ammettere, non esiste. Inoltre il genitore si sente padrone: non deve entrare e uscire da scuola a proprio piacimento. A volte penso che servirebbe la vigilanza delle forze dell’ordine”.
Piena solidarietà da parte di Cisl Puglia e Cisl Scuola Puglia
L’uomo è intervenuto per sedare un diverbio tra i genitori e un docente ed è stato raggiunto da calci e pugni nei pressi del cancello della scuola, sferrati dai due, riportando ferite che hanno richiesto l’intervento dei medici. Sul posto sono accorsi i carabinieri, che hanno identificato gli aggressori e stanno ricostruendo l’episodio per individuare le responsabilità e le cause che hanno fatto degenerare un confronto in una violenza. Il preside ha sporto denuncia.
A rivelare l’episodio è stata la Cisl Puglia che parla di “fatto inaccettabile e, purtroppo, ormai emblematico, in quanto sintomo di un rifiuto generalizzato di quella legalità di cui la scuola, soprattutto in contesti difficili, è spesso l’unico presidio”. “È evidentemente necessaria – prosegue il sindacato – una urgente e capillare azione sociale e politica che sostenga la scuola nella sua quotidiana opera di affermazione non solo nominale della legalità, in un tessuto sociale sempre meno disponibile ad accettare quelle regole che la scuola propone e, indirettamente, impone”.
Cisl Puglia e Cisl Scuola Puglia esprimono “piena solidarietà” e manifestano “sdegno per quanto accaduto, chiedendo agli organi scolastici competenti l’assunzione determinata di iniziative a tutela di tutti i lavoratori della scuola, da tempo ormai in trincea, nell’esercizio delle proprie preziose funzioni”.
A condannare il fatto anche la Cisl Scuola Taranto-Brindisi, con un comunicato: “La Cisl Scuola Taranto-Brindisi apprende con sgomento quanto accaduto. Al dirigente va la solidarietà di tutta la Cisl Scuola Taranto-Brindisi. D’altro canto, si osserva un pericoloso susseguirsi di episodi biasimevoli come questo in tutta Italia, ai danni di docenti, personale Ata e dirigenti scolastici, sovente bersaglio dell’ignominia e delle frustrazioni di concittadini ineducati alla società civile. È, probabilmente, anche questo il risultato di una scuola che, negli ultimi trent’anni, ha continuamente subito processi di de-istituzionalizzazione, parificandosi – nella coscienza di massa – a un’entità immeritevole non solo di tutele concrete, ma del rispetto che meriterebbe quale indiscutibile presidio di legalità e conoscenza. Il nostro sindacato continuerà a impegnarsi nelle sedi opportune affinché tale rotta si inverta, nell’interesse dei milioni di giovani studenti italiani e del personale scolastico, tutto”.