Categorie: Estero

Gran Bretagna: alle medie apprendimento out per un maschio su tre

Tanto si è dibattuto negli ultimi mesi sulle scarse competenze dei nostri studenti, soprattutto perché non reggerebbero il passo dei loro colleghi del vecchio continente. Ora si scopre che anche al di fuori dei nostri confini le cose non vanno molto meglio. In base ai risultati dei Sats (gli esami a cui vengono sottoposti gli allievi inglesi di 7, 11 e 14 anni), pubblicati in questi giorni, risulta ad esempio che in Inghilterra uno studente maschio su tre legge in maniera inadeguata rispetto alla sua età: soltanto il 62 per cento dei maschi di 14 anni sa leggere come ci si aspetterebbe da un ragazzo della sua età, tutti gli altri balbettano e si inceppano come se fossero ancora dei bambini al massimo di 10-11 anni.
La poca padronanza nel leggere, e quindi nel comprendere il contenuto dei testi, sarebbe talmente grave che al 6 per cento degli allievi sopra la Manica non è nemmeno stato concesso di affrontare l’esame perché gli insegnanti erano convinti che fosse troppo indietro.
Anche il Governo inglese ha ammesso la gravità della situazione: il Sottosegretario all’Istruzione, Jim Knight, ha definito i risultati didattici “deludenti”, ma ha anche dichiarato che per combattere questa tendenza è necessario non soltanto un maggior impegno da parte delle scuole. Il Ministero si è infatti rivolto direttamente ai genitori, rei di lasciare i figli adolescenti maschi per troppo tempo davanti al computer e ai videogiochi senza incoraggiarli invece a leggere di più.
Il problema non riguarderebbe però solo gli alunni della scuola media inferiore del Regno Unito: molti alunni fanno fatica ad imparare a leggere per tutte le elementari, a nove anni non riescono ancora a pronunciare molte parole e a 11 continuano a fare molti errori. In generale doversi allievi britannici finiscono le scuole elementari senza aver sviluppato capacità basilari come leggere, scrivere e contare.
E’ evidente che le carenze presenti all’approssimarsi dell’esame di licenza media sono tutte da ricercare nell’inefficace sistema didattico della primaria. Da noi, invece, le ex elementari funzionano decisamente bene (i problemi semmai si presentano più avanti): e se la nostra scuola primaria riesce a centrare quasi sempre gli obiettivi prefissati il merito va ricercato soprattutto nell’alto spessore dei nostri maestri; nella loro specializzazione e nella possibilità di lavorare in compresenza. Un dato che dovrebbe far riflettere coloro, come di recente il leader della Lega Umberto Bossi, che per far quadrare i conti dello Stato vorrebbero mettere mano all’ottimo modello italiano delle elementari tornando addirittura al maestro unico.
Alessandro Giuliani

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