Dopo la gratuità delle tasse universitarie, il leader di LeU, Pietro Grasso, lancia un altro importante obiettivo a nome del suo nuovo raggruppamento politico: innalzare di due-tre anni l’attuale soglia di 16 anni di età sull’obbligo formativo, portandolo sino alla maturità.
Bisogna certamente considerare che un progetto del genere, presentato anche due decenni fa dall’allora ministro dell’Istruzione Luigi Berlinguer, ha dei costi notevoli. Ma avrebbe anche diversi benefici, innalzando il numero di diplomati e riducendo l’ancora troppo alta percentuale di abbandoni dei banchi di scuola.
Parlando a Bologna, il giudice anti-mafia, oggi presidente del Senato, ha detto che “dobbiamo riportare i ragazzi a scuola, noi proponiamo che l’obbligo cresca dall’ultimo anno della scuola dell’infanzia, fino all’ultimo anno delle superiori”.
Grasso ha confermato anche l’attacco espresso qualche giorno fa da un altro componente illustre di Liberi e Uguali, Pier Luigi Bersani, che qualche giorno fa aveva espresso il desiderio di “sbaraccare tirocini, mezzi tirocini, finte alternanze scuola lavoro”.
Secondo Pietro Grasso “non dovranno più essere offerti questi mezzi tirocini dell’alternanza scuola-lavoro: quello è un altro pezzo da smontare”. E per attuare questo disegno di modifica non c’è altra scelta che “rimettere le mani sulla legge della ‘Buona scuola'”.
Il leader di Liberi e Uguali chiude la sua disamina sulla scuola toccando anche altri aspetti della legge 107 approvata nel luglio del 2015: “Raramente una riforma è stata così contestata, ha scontentato tutti. Ci sono ancora 83mila precari e la presunta managerialità della scuola è stata un flop in tutta Italia”.
“Speriamo di metterci un altro aggettivo alla scuola, magari ‘Ottima'”, ha concluso il presidente di Palazzo Madama.
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