Nel nostro paese circa 1 bambino su 20 non può contare su due paia di scarpe l’anno (di cui almeno uno utilizzabile in ogni stagione) e non riceve un pasto proteico al giorno. Quasi 1 su 10 vive in famiglie che non possono permettersi di invitare a casa i suoi amici, festeggiare il suo compleanno, comprargli abiti nuovi, libri non scolastici, mandarlo in gita con la sua classe. 1 su 6 non ha la possibilità di frequentare corsi extrascolastici (musica, sport, ecc), quasi 1 su 3 di trascorrere almeno una settimana di vacanza lontano da casa.
Solo 3 bambini su 10, che frequentano la scuola primaria, hanno il tempo pieno a scuola e nel 40% degli istituti scolastici principali non c’è il servizio mensa. Non è un quadro confortante quello che emerge dal sesto Atlante dell’Infanzia (a rischio) “Bambini senza. Origini e coordinate delle povertà minoril”, di Save the Children che è stato presentato questa mattina.
Migliaia di minori pagano un prezzo altissimo all’illegalità e corruzione che pervade i territori in cui vivono: almeno 85 i bambini e adolescenti incolpevoli uccisi dalle mafie dal 1896 ad oggi – come racconta la prima mappa realizzata in base ai dati forniti dall’associazione Libera – e molti di più coloro che hanno assistito all’uccisione di familiari, ritrovatisi orfani o adescati e arruolati giovanissimi nelle file della criminalità organizzata. 546.000 gli under 18 – il 5,4% della popolazione 0-17 anni – nati e cresciuti in uno dei 153 comuni sciolti per mafia negli ultimi 17 anni (mappa dei Minori senza Consigli e Nascere nella Locride), soprattutto al Sud ma anche al Centro e Nord Italia.
Intervenire contro la povertà dell’infanzia, per contrastare la povertà economica ed educativa di tanti bambini in Italia. Così il presidente del Senato Pietro Grasso in occasione della presentazione presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani del sesto Atlante dell’infanzia (a rischio) “Bambini senza. Origini coordinate delle povertà minorili” di Save the Children. Povertà che, per Grasso, «non può essere un destino legato alla provenienza geografica o sociale dei ragazzi. La legge di stabilità in discussione in questi giorni è una prima, immediata occasione per poter intervenire»
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«Illegalità e povertà educativa si alimentano a vicenda», sottolinea Raffaela Milano Direttore Programmi Italia-Europa Save the Children Italia. Vivere in un ambiente deprivato dal punto di vista sociale ed educativo per un bambino significa non avere l’opportunità di scoprire le proprie capacità e i propri talenti e non poter costruire liberamente il proprio futuro. È questo che intendiamo quando parliamo di povertà educativa, una piaga drammatica nel nostro paese».
Per questo, nell’ambito della campagna “Illuminiamo il Futuro” – che ha l’obiettivo di debellare la povertà educativa entro il 2030 – Save the Children ha aperto in 8 regioni 13 Punti Luce e altri 3 saranno inaugurati il 20 novembre a Milano-Quarto Oggiaro, in collaborazione con Acli Lombardia, a Napoli-Chiaiano, in collaborazione con l’ A.P.S. Coordinamento Genitori Democratici Napoli, a Sassari-Latte Dolce, in collaborazione con l’UISP, Comitato Provinciale di Sassari.
Si tratta di centri socio-educativi in aree urbane svantaggiate che, con l’aiuto di associazioni partner, danno la possibilità a bambini e adolescenti di sviluppare il loro potenziale, grazie ad attività ricreative, sportive, espressive e di sostegno allo studio. Sono più di 4.500 i minorenni che li frequentano o vi sono entrati in contatto in un solo anno, dall’avvio delle attività.
«I Punti Luce così come altri coraggiosi progetti a cui diamo voce nell’Atlante, dimostrano che c’è un’alternativa alla povertà e all’illegalità e che un cambiamento è possibile», spiegaValerio Neri, Direttore Generale Save the Children. «È cruciale pertanto che il governo confermi il suo impegno in questa direzione approvando le misure di contrasto alla povertà minorile per la prima volta inserite nella legge di stabilità, che introduce anche, in via sperimentale, un fondo triennale finalizzato espressamente a contrastare la povertà educativa».
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