Ciò che contava per loro, come avviene per moltissime altri docenti delle scuole paritarie, era il punteggio con cui si può scalare la graduatoria, buttando giù altri colleghi. Un malcostume indecoroso, ma che dilaga per consentire profitti illegittimi ai gestori.
“Mi davano delle buste paga fasulle, le firmavo senza ricevere alcun compenso. L’istituto mi versava i contributi in modo che risultassi stipendiato”.
Questa è la testimonianza di un insegnante che, sotto garanzia dell’anonimato, ha deciso di raccontare la sua esperienza al fattoquotidiano.it.
“Un ricatto vero e proprio – continua – perché sanno che se non ci stai ci sarà sicuramente qualcun altro che lo farà al posto tuo”.
I dirigenti scolastici lo sanno bene: i punti in graduatoria, concessi al posto dello stipendio, servono scalare le classifiche nella speranza un giorno di conquistare un posto in un istituto pubblico.
Questa testimonianza, come abbiamo già altre volte riportato, si aggiunge alle moltissime altre, mentre il Miur, attraverso gli Uffici scolastici regionali, non adotta col dovuto rigore, tempestività e periodicamente i controlli di legge.
Per mancanza di personale sicuramente, ma è bene non lasciare soprattutto che gli istituti pareggiati seri, vengano sopraffatti dai filibustieri, padroni anche dei diplomifici che affossano il merito e i sacrifici degli altri studenti, mentre tiranneggiano i docenti.
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