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Gratteri su Geolier: “Quando si vede un cantante col mitra di finto oro e qualcuno lo invita a fare lezione mi preoccupo”

Il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nicola Gratteri ha parlato ancora una volta di mafie e modelli educativi, stavolta nel corso della presentazione del rapporto ‘Le mafie nel cyberspace’, realizzato dalla fondazione Magna Grecia, a Roma.

“Il silenzio è complicità”

Come riporta RaiNews, il riferimento è, anche se indiretto, ancora al cantante 24enne Geolier, idolo della generazione Z. Ecco le parole del magistrato: “Le mafie sono come un’azienda: hanno bisogno di pubblicità. Su TikTok si fanno vedere ricchi e potenti. Quando si vede un cantante su un pick-up con un mitra di finto oro con la maglia narcos e vediamo sotto quanti like ci sono e qualcuno lo invita a fare una lezione mi preoccupo e non posso stare zitto perchè il silenzio è complicità. Quando autorizzo che da una mia opera venga tratto un film e per un’ora c’è solo violenza, qual è il messaggio?”.

Proprio Geolier ha registrato un video musicale, quello della canzone “Narcos“, mostrandosi con un mitra. In molti hanno visto nelle immagini un inno a comportamenti devianti. E proprio il rapper di Secondigliano è stato invitato a parlare all’Università Federico II di Napoli ed è stato per questo sommerso dalle critiche.

Gratteri si riferisce anche alle serie tv come “Gomorra” e “Mare Fuori“, incentrate sulla violenza e sulla delinquenza.

Geolier alla Federico II

Il giovane è stato chiamato dal rettore Lorito per parlare della sua storia, della sua crescita in un quartiere difficile come Secondigliano. Il cantante ha anche ricevuto una targa al Maschio Angioino direttamente dalle mani del sindaco della città partenopea, Gaetano Manfredi.

Ecco le parole di Geolier: “Io qua dentro non posso insegnare niente a nessuno, qui posso solo imparare qualcosa. Questa è una chiacchierata. Possiamo parlare di come affrontare le paure e le ansie. Sono felice di stare qua”, ha esordito.

“I giovani di oggi vogliono seguire i sogni, a volte anche contro la famiglia stessa. C’è chi fa per far vedere e chi guarda, chi sta fuori, che sembra essere sempre più bravo di colui che invece sta facendo le cose”, ha aggiunto.

E, sull’ansia dei giovani di ottenere risultati: “Penso che non bisogna correre. Sembra che il tempo sia troppo veloce. Bisogna mettere il 100% nelle cose. Se non arriviamo all’obiettivo comunque siamo fieri di noi e poi possiamo ricominciare”, questo il consiglio del cantante.

“Avrei seguito un po’ di più la scuola, questo è il mio rimpianto, semplicemente per comunicare meglio, per spiegare alle persone i miei pensieri. Ho abbandonato presto la scuola e ho lavorato, non ho avuto un’infanzia vera e propria”, ha aggiunto. “Che corso di laurea avrei scelto? Qualcosa che avesse a che fare con la musica, magari il conservatorio”.

“La mia paura più grande? Non essere capito. Preferirei arrivare secondo negli ascolti degli album più ascoltati ma essere capito. Voi, studenti, sopportate grandi pressioni per un lungo periodo. Voi assimilate, studiate”.

Laura Bombaci

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