In Grecia tornano a soffiare i “venti” di guerra tra gli insegnanti della scuola pubblica ed il Governo. Al centro della contesa c’è ancora una volta la stretta agli organici prevista dal ministero ellenico nel tentativo di calmierare le perdite del bilancio statale. Per l’amministrazione greca si tratta di scelte sofferte ma inevitabili, pioché in questo modo andrebbe incontro alle richieste di segnali certi verso una minimo equilibrio finanziario formulate dall’Unione Europea.
Dall’altra parte ci sono gli insegnanti, che contestano un piano di ridimensionamento epocale, comprendente ulteriori tagli, con spostamenti del personale e collocamenti in cassa integrazione: per il 2 luglio la Federazione degli Insegnanti delle Scuole Medie e Superiori (Olme) greca ha indetto una manifestazione davanti al ministero della Riforma Amministrativa ad Atene, in segno di protesta contro la politica del Governo nel settore della pubblica istruzione. “Nessuna cassa integrazione, nessun trasferimento obbligatorio, nessun licenziamento sarà accettato e sarà motivo di Guerra”, si legge in un comunicato diffuso dalla Olme.
Poiché dal Governo non sono previste concessioni o modifiche, che metterebbero a rischio gli ingenti prestiti e i sostegni garantiti negli ultimi mesi dall’Ue, è altamente probabile che le proteste non si fermeranno qui.