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Grecia, pubblici i nominativi di 2.122 prof posti in mobilità coatta. E subito scatta la sciopero

Continuano a giungere notizie davvero sconfortarti per i lavoratori pubblici della Grecia. Il 2 agosto i dipendenti statali ellenici hanno proclamato lo sciopero, all’indomani della pubblicazione da parte del governo delle prime liste di nomi di migliaia di impiegati destinati ad essere posti in mobilità, condizione che per molti di loro precederà di fatto il licenziamento nei prossimi mesi.
L’Adedy, il sindacato dei dipendenti pubblici, ha proclamato lo sciopero dopo che il giorno prima centinaia di manifestanti sono scesi in piazza ad Atene per protestare contro la riforma della pubblica amministrazione varata dal governo del premier conservatore Antonis Samaras per risanare i conti dello Stato come richiesto dal memorandum firmato dalla Grecia con i creditori internazionali. La dimostrazione è stata inscenata dopo che il ministero della Riforma amministrativa aveva reso noto i nominativi di oltre 2.000 insegnanti delle scuole elementari e secondarie oggetti di trasferimenti ad altre sedi o ad altri incarichi. Fra l’altro anche il nome del responsabile della Federazione degli Insegnanti delle scuole secondaria (Olme), Themis Kotsifakis, è tra quelli iscritti nella lista del ministero.
Agli insegnanti, che sono in tutto 2.122, si aggiungeranno presto circa 3.000 agenti della Polizia municipale, 1.500 addetti agli uffici amministrativi delle università e degli istituti tecnici, 1.500 operatori sanitari pubblici e 600 altri impiegati da vari istituti di previdenza sociale e dall’ufficio di collocamento statale (Oaed). Il governo si è impegnato con la troika (Ue, Bce e Fmi) a mettere in mobilità 12.500 statali entro settembre e 25.000 entro la fine dell’anno.
I lavoratori soggetti al provvedimento riceveranno il 75% dello stipendio per otto mesi, fino a quando non saranno destinati ad un nuovo incarico. Nel caso non ottenessero un nuovo posto di lavoro, saranno licenziati. Una eventualità, tutt’altro che remota, che in Paese ridotto sul lastrico, con la disoccupazione che sta raggiungendo ogni giorno che passa livelli sempre più da record, si tradurrebbe in una drammatica condanna. Purtroppo non solo professionale.

 

 

Alessandro Giuliani

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