Recentemente la responsabile Ambiente del Pd ha dichiarato: “Le linee guida definite dal Ministero dell’ambiente d’intesa con quello dell’istruzione, che porteranno nelle classi lo studio dei cambiamenti climatici, del ciclo virtuoso dei rifiuti, della tutela delle acque, del dissesto idrogeologico, così come la difesa della biodiversità e il contrasto agli sprechi alimentari, costituiscono una scelta giusta e necessaria per fare dell’Italia un paese più sicuro, che guarda all’ambiente e alla green economy come un’opportunità di crescita e di innovazione. La riforma della scuola è l’impegno più importante che il Governo e il PD si sono assunti con i cittadini del domani”.
A tal proposito nelle note introduttive di un progetto dal titolo “Green economy – Fuori dalla nicchia“ tra le altre cose si scrive: “Da anni ormai nelle scuole si parla di “Educazione Ambientale”, ma il concetto si è evoluto nel tempo e si è passati da un approccio iniziale prevalentemente incentrato sulla tutela della natura a una maggiore attenzione verso un’ampia gamma di temi (inquinamento, emergenze ambientali e dinamiche sociali ed economiche), per arrivare al più ampio concetto di Educazione allo Sviluppo Sostenibile (ESS) che coniuga l’attenzione per l’ambiente con la considerazione dei fattori socioculturali (diritti, pace, salute, diversità culturali) e anche con aspetti di carattere economico (consumi, povertà, nord e sud del mondo). Si tratta di un approccio olistico che tocca tutti gli aspetti della vita e i valori, al centro del quale vi è il rispetto per gli altri, dalla generazione presente a quelle future, per la diversità, per l’ambiente, per le risorse della Terra“.
Si potrebbe sintetizzare il tutto con l’auspicio che la green economy incarni il giusto volano per valorizzare le risorse innovative delle nostre scuole.