Per i sindacati della scuola l’obbligo di green pass per il personale è un diktat non accettabile. Criticano soprattutto la decisione di considerare il mancato rispetto di vaccinazioni o tamponi assenza ingiustificata e dunque la conseguenza che dal quinto giorno scatti la sospensione con perdita della retribuzione.
Sotto tiro anche la scelta del governo di prevedere multe salate dai 400 ai 1.000 euro carico dei presidi, in caso di mancato controllo, cioè se fanno entrare a scuola chi non è a posto con le nuove regole.
Il governo, hanno fatto sapere attraverso un documento unitario le sei sigle rappresentative di tutto il comparto (Cgil, Cisl e Uil, Snals e Gilda e l’Anief), ha deciso in modo “unilaterale”, nonostante il confronto aperto da tempo tra l’amministrazione e sindacati per trovare soluzioni utili a far ripartire la scuola in presenza.
E infatti il protocollo sicurezza, sul quale il Ministero e i sindacati dovevano trovare una intesa per un rientro sicuro a settembre, non è andato a buon fine, arenandosi proprio sulle modalità di attuare i controlli tra docenti e tutto il personale scolastico, coperto dai vaccini almeno all’85%.
Sul restante 15%, che però dovrebbe ridursi a giorni sotto il 10%, resta il tema della certificazione verde per accedere nei locali scolastici: l’obbligo, previsto dal governo, non è stato accolto favorevolmente dai sindacati che, da giorni, sono in protesta soprattutto per l’aspetto sanzionatorio.
Spiega Maddalena Gissi, segretario generale Cisl scuola: “Abbiamo chiesto di far intervenire il garante della privacy perché vogliamo capire come possono essere fatti i controlli. E ci chiediamo come si devono comportare le scuole con il personale esterno: pensiamo alle attività sportive che hanno contribuito al piano estate o agli operatori di supporto all’assistenza ai disabili: gli insegnanti esterni dovranno avere il Green pass?”.
Un’altra criticità sollevata riguarda la possibilità di mettere disposizione dei docenti i tamponi gratuiti. Il ministero ha replicato che non può decidere autonomamente, senza far intervenire il ministero della salute con protocolli ad hoc, e che le singole scuole possono comunque decidere di spendere in questo ambito i fondi stanziati dal sostegni bis.
Contestualmente l’Anief, che aveva avviato una petizione per cancellare l’obbligo del Green pass a scuola, ha raggiunto oltre 100mila firme.
Per quanto riguarda invece gli studenti, il protocollo prevede la possibilità per le scuole di disporre ingressi ed uscite ad orari scaglionati, anche utilizzando accessi alternativi nello stesso istituto e indicando percorsi ad hoc all’interno della scuola, tramite la segnaletica orizzontale. In classe e negli spazi comuni si sta distanziati, di un metro, con due metri di distanza tra i banchi e la cattedra.
Ma se gli spazi non ci sono, il distanziamento può saltare: l’importante è restare in presenza, quindi in classe si starà sempre con la mascherina.
Il dispositivo di protezione deve essere di tipo chirurgico e, nel caso di necessità, ad esempio con ragazzi disabili, si può adottare l’utilizzo di mascherine trasparenti. In aula resta fondamentale l’areazione costante, con l’apertura anche contemporanea delle finestre e della porta.
Il distanziamento va rispettato anche a mensa dove, se non ci sono gli spazi, si faranno i turni visto che la mascherina non può essere indossata a tavola. In caso di quarantena, per un contatto positivo a scuola, i giorni di attesa per fare il tampone si riducono da 10 a 7 se la persona è vaccinata.
Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali e le autonomie, a sua volta su Twitter scrive: “Bene l’indicazione del commissario Figliuolo alle Regioni: da metà agosto corsie preferenziali per vaccinare fascia 12-18 anni. Avvio in sicurezza e in presenza dell’anno scolastico è adesso l’obiettivo primario. Sono certa che i governatori risponderanno come sempre positivamente”.
Intanto si apprende pure che a Franklin in Tennesse, genitori no-mask fuori da una scuola intimidiscono un operatore sanitario: “Sappiamo dove abiti, non puoi scappare”.
Dopo avere disturbato e circondato alcuni operatori sanitari che, dopo una riunione del consiglio scolastico insieme ai professori, hanno votato per istituire la mascherina obbligatori tra studenti come dispositivo di protezione contro il Covid-19, diverse persone hanno minacciato un uomo all’interno della sua auto: “Basta mascherine. Sappiamo chi sei, vai via liberamente che tanto ti ritroviamo”.
La follia dunque percorre, non solo alcune zone dell’Italia ma anche parti dell’America, come se la gente ricercasse un nuovo nemico contro cui scaricare le proprie frustrazione e le proprie incertezze. Una sorta di nuovo “millenario” sembra fare capolino nel mondo digitalizzato e del Web a tutti i costi.
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