La gestione del Green pass a scuola e la questione dei controlli sono strettamente correlate alle disposizioni del Garante della privacy, come ha spiegato giorni fa il nostro vice direttore Reginaldo Palermo.
Tra le possibili soluzioni, due sono le principali: affidarsi ad una eventuale autocertificazione o “liberatoria” del dipendente a trattare questo tipo di dato sensibile; oppure lo stesso Garante dovrebbe permettere alla scuola di registrare le date di scadenza della certificazione verde.
Il punto è che registrare le date di scadenza dei Green pass, per esclusione rispetto a chi non abbia la certificazione verde, significherebbe registrare i non vaccinati, con evidente violazione della privacy di tali soggetti che vedrebbero “usato” dalla scuola un proprio dato sanitario. Insomma, verrebbe fuori una sorta di lista di no vax, segnala anche La Repubblica, che sull’argomento intervista il presidente dell’Autorità garante della privacy, Pasquale Stanzione, che ricorda: “Il problema è che non è consentita la verifica diretta delle scelte vaccinali”. E ancora: “I dirigenti dirigenti scolastici, tramite il personale specificamente incaricato, devono limitarsi a verificare il possesso di una certificazione valida”.
La soluzione tuttavia potrebbe essere dietro l’angolo, dato che lo stesso Stanzione ammette: “La privacy ha dimostrato di essere un diritto straordinariamente duttile e mai tiranno, capace di continui bilanciamenti con le esigenze collettive. Non si è mai posto un aut aut tra salute e privacy, ma si è sempre tentato di realizzare la migliore sinergia tra le due. Non vi è, dunque, bisogno di deroghe ma di dialogo istituzionale per individuare il più alto equilibrio tra i diritti in gioco“.
Il prossimo incontro ministero-sindacati che dovrebbe tenersi domani 26 agosto potrebbe riservarci delle sorprese.