Green pass obbligatorio anche per gli alunni dalla scuola primaria fino quelli delle superiori? La proposta, con tanto di lettera-appello, prodotta dal sindaco di Pesaro Matteo Ricci sta facendo molto discutere: c’è chi la appoggia, come le scuole cattoliche, e chi la critica, ad iniziare dai presidi.
La Tecnica della Scuola chiede ai suoi lettori cosa pensino dell’iniziativa.
Sulla proposta dei sindaci si è espresso anche il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, il quale ha fatto sapere che la esaminerà assieme al premier Mario Draghi e al ministro della Salute Roberto Speranza.
Ad essere contrari, primi tra tutti sono stati i presidi. Antonello Giannelli, presidente Anp, ha fatto intendere che il Green pass per gli alunni sarebbe prematuro: “Comprendiamo la preoccupazione di chi si trova a dover fronteggiare la quarta ondata che sta investendo in modo particolare la fascia più giovane della popolazione”, ma “la scuola – ha detto Giannelli all’Ansa – necessita di una estrema e doverosa gradualità nell’introduzione di misure che potrebbero comportare una compressione del diritto all’istruzione, pur se determinate da ragione di salute collettiva”.
Anche Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno manifestato tutto il loro disappunto. In particolare, il leader del Carroccio ha dichiarato: “Prima di discriminare anche un solo bambino, di lasciarlo a casa, bisogna andarci molto cauti. Noi stiamo lavorando per garantire scuola, vita e lavoro a tutti e discriminare i bambini, isolarli e chiuderli a casa, non è il mio obiettivo”.
“E non mi sembra – ha continuato il leader leghista – che l’Anci abbia sostenuto questo progetto, sono alcuni sindaci del Pd. Ne parleremo a gennaio con la riapertura della scuole. Allarmare adesso famiglie e bambini mi sembra fuori luogo“.
Della stessa opinione è sembrata Giorgia Meloni: “La proposta lanciata dai sindaci Pd e della sinistra è discriminatoria, inaccettabile e irricevibile. Se la sinistra vuole davvero scongiurare il ritorno in massa alla Dad, faccia quello che Fdi chiede da ormai due anni ma che non ha mai fatto al governo della Nazione: potenziamento dei mezzi pubblici, aerazione meccanica controllata delle aule sul modello Marche, ampliamento degli spazi e sanificazione continua delle classi, potenziamento del tracciamento e dei test, lotta alle ‘classi pollaio’. Giù le mani da bambini e ragazzi e dal diritto all’istruzione”, ha concluso Meloni.
Ad intervenire è stato anche il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso: “Per favore, che nessuno osi solo pensare ad una esclusione del diritto allo studio nelle nostre scuole, ad una discriminazione insopportabile”.
“Lasciate in pace bambini e ragazzi che hanno già sofferto troppi mesi di deprivazione culturale”, ha tagliato corto il sottosegretario leghista.
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