Sì ai vaccini tra il personale e gli studenti over 12, niente test in ambito scolastico, né screening antigenici o anticorpali per la frequenza scolastica. E nemmeno test diagnostici preliminari. Via libera alla richiesta del green pass per il personale, così da consentire la didattica in presenza: questa si dovrà realizzare con il distanziamento. E se ciò non sarà possibile, per via degli spazi troppo ridotti, sarà fondamentale mantenere le altre misure, a partire dall’uso delle mascherine di tipo chirurgico nei luoghi chiusi. È questo l’orientamento del Comitato tecnico scientifico ai quesiti posti nei giorni scorsi allo stesso Cts da parte del ministero dell’Istruzione.
Secondo quanto riportato dall’agenzia Ansa, il Cts ritiene ‘assolutamente necessario’ dare priorità alla didattica in presenza per l’anno scolastico che partirà a settembre non solo per la formazione ma anche per lo sviluppo psicologico dei ragazzi; sostiene l’importanza di promuovere la vaccinazione nella scuola, tanto del personale scolastico quanto degli studenti.
Di fatto, il Cts ritiene che tutto il personale scolastico debba essere vaccinato. Anche a costo di imporlo per legge. Gli esperti del Governo chiedono che ogni sforzo sia fatto per raggiungere un’elevata copertura vaccinale di docenti e non docenti, sia promuovendo delle campagne informative, sia individuando delle misure, anche legislative, appropriate, per garantire la più elevata soglia di persone vaccinate, in particolare in quelle Regioni nelle quali ci sono livelli inferiori di dosi somministrate rispetto ad altre Regioni.
Secondo Maddalena Gissi, leader Cisl Scuola, “è stata recuperata la priorità per i vaccini al personale della scuola; tra questi ci sono anche i precari, che verranno purtroppo recuperati ad anno scolastico iniziato: sarebbe bene che quella platea venisse vaccinata subito. Vaccinare tutti i precari sarebbe una bella azione”.
A tale scopo, gli esperti del Cts consigliano l’inserimento o il mantenimento del personale della scuola tra le categorie da vaccinare prioritariamente e, vista la recente approvazione del vaccino di Pfizer/BioNTech dai 12 ai 15 anni, l’inserimento, in queste categorie, degli studenti dai 12 anni in su.
La vera novità, rispetto allo scorso anno, sarebbe quindi rappresentata dal green pass. Sempre che, specifica il Cts, la soluzione sia giuridicamente percorribile: in pratica, il Cts sembrerebbe orientato a voler permettere l’accesso a scuola al solo personale già vaccinato almeno con la prima dose oppure a chi ha già avuto il Covid-19.
Una soluzione, lo diciamo subito, che appare molto improbabile da attuare, considerando almeno la normativa vigente. Anche per motivazioni legati alla privacy, sulle quali il garante si è più volte espresso, pure negli ultimi giorni.
Il Comitato tecnico scientifico si è anche espresso nel caso dovessero riscontrarsi sintomi di infezione acuta delle vie respiratorie del personale scolastico o degli studenti: in tali circostanze, hanno rilevato gli esperti, si dovrà attivare la procedura di segnalazione e contact tracing da parte della Asl competente.
Rispetto alle misure di igienizzazione degli ambienti, il Cts raccomanda la pulizia quotidiana, accurata e ripetuta, di tutti gli ambienti.
Per ciò che concerne le mense scolastiche, il Cts raccomanda l’utilizzo delle mascherine da parte del personale che serve i pasti e, dove la soluzione sia giuridicamente percorribile, anche con il green pass.
Il servizio, e questa è una importante novità rispetto allo scorso anno, può essere erogato nelle forme senza porzione monouso ma con il servizio mensa tradizionale. Andranno predisposti punti per il lavaggio delle mani all’ingresso e all’uscita.
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