Scrivo per rabbia e profonda indignazione. In quest’estate in cui il fulcro di tanti discorsi verte sul Green Pass, sull’obbligo vaccinale, sui recalcitranti no vax, nessuno si occupa del limbo vergognoso in cui si trovano a vivere migliaia di persone, tra cui moltissimi insegnanti.
In seguito all’ultimo decreto legge varato dal Governo (D.L. 111/21, art. 9-ter) è fatto obbligo a tutto il personale scolastico del sistema nazionale di istruzione e universitario di possedere ed esibire, a partire dal mese di settembre, la certificazione verde COVID-19, definita comunemente Green Pass. In caso contrario, lo Stato mostrerà il suo pugno di ferro, sospendendo, dopo cinque giorni di assenza ingiustificata, il colpevole dal servizio, con conseguente mancanza di retribuzione e, addirittura, applicazione di una sanzione pecuniaria.
Questo stesso Stato dimentica, però, o fa finta di dimenticare, che la casistica nel comparto dell’istruzione non è omogenea, anzi estremamente variegata, su tutto il territorio italiano.
Il Green Pass è rilasciato dallo Stato dopo due regolari somministrazioni di vaccino. Tutto sembrerebbe semplice e l’operazione scevra da qualsiasi ostacolo. E no, purtroppo, le cose sono molto più complesse perché ci sono ancora a fine mese (con un green pass entrato in vigore dal 6 agosto) cittadini che si trovano “tra color che son sospesi”. Parlo di migliaia di persone che, come me, contagiati dal virus nei mesi passati e poi successivamente guariti, per protocollo sanitario ministeriale, sono stati destinati ad una sola dose di vaccino.
Questa categoria negletta ed abbandonata, per indecorosi problemi di comunicazione tra piattaforme regionali e ministeriali, risulta non aver completato il percorso vaccinale. Il sistema informatico fallace messo in piedi da chi pone obblighi e doveri, infatti, non riconosce la possibilità che un individuo possa aver avuto bisogno di una sola somministrazione. Ho contattato chiunque in questo periodo, numeri verdi, asl territoriale di appartenenza, organi sanitari nazionali, senza che ottenessi mai una
risposta.
Nel frattempo, il possesso del Green Pass per determinate attività è già un dato di fatto, nonostante migliaia di persone, regolarmente vaccinate, ne siano sprovviste. In più, personalmente, da docente, ho anche la spada di Damocle della sospensione dal servizio, non per mia negligenza, trascuratezza, mancanza di senso di responsabilità, rifiuto del bene della collettività o condanna dei vaccini, ma “semplicemente” per atavico malfunzionamento della macchina amministrativa.
Quando si approva una legge, bisogna essere in grado di permettere a tutta la comunità di adeguarsi, senza lasciare sacche di popolazione in balia degli eventi. Sono rabbioso? Di più e come me, tutti quelli che si trovano nella medesima situazione, abbandonati dallo Stato, dai Sindacati e da tutti coloro che dovrebbero intervenire per assicurare parità di condizioni e di trattamento a qualsiasi cittadino di questo Paese.
Fabio Perilli
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