Se mai ce ne fosse stato bisogno, Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, chiarisce in modo particolarmente efficace la differenza tra vaccino e tampone: “Il vaccino protegge, il tampone no, è una certificazione, non una protezione” contro il Coronavirus.
Un’indicazione che potrebbe apparire scontata ma che in queste ore, all’indomani dell’estensione del Green pass tutti coloro che debbano entrare in un istituto scolastico (non solo docenti e Ata, quindi), serve a fare scelte consapevoli e a offrire un’ulteriore spinta alla campagna vaccinale, in vista del rientro in classe di 10 regioni il prossimo 13 settembre.
Mette così a tacere, Silvio Brusaferro, quelle forze politiche che, a proposito del Green pass, spingerebbero più sull’uso del test che su quello del vaccino.
“Il vaccino è uno strumento che stimola il nostro sistema immunitario e ci fa sviluppare una protezione, degli anticorpi che in qualche modo fanno sì che se entriamo in contatto con il virus si riduce la probabilità dell’infezione e il rischio che si trasformi in una patologia importante – spiega Brusaferro nell’ambito della conferenza stampa sull’analisi dei dati del Monitoraggio regionale della Cabina di Regia -. Il tampone non è nulla di tutto ciò, è un test che vale nel momento in cui è eseguito, è una certificazione e non una protezione. Non c’è equivalenza“.
“La persona che fa il tampone non è protetta – ha tenuto a puntualizzare il presidente Iss – ma semplicemente, con un risultato negativo, ha la certezza che quando ha fatto il test non albergava il virus” nel suo organismo.
“L’età media dei casi scende tra i giovani, 37 anni” dice Brusaferro. “E questo ci dice che in qualche modo sono meno coinvolti mentre progressivamente” il virus “colpisce un po’ tutte le età.
Preoccupazione per la fascia intorno ai 60 anni: 59 anni è l’età al ricovero, 63 anni quella del ricovero in terapia intensiva e piuttosto elevata quella del decesso”.
“C’è una grande adesione in tempi molto ristretti” alla campagna vaccinale “della fascia 20-29 anni che è quasi al 79% con la prima dose e al 65% per la doppia dose. Anche i ragazzi tra i 12-19 anni sono già al 62-63% con la prima dose. Rimangono alcune fasce di età sopra i 50 anni che crescono più lentamente, sono fasce d’età dove l’eventualità di avere complicanze se si contrae un’infezione è più elevata”.
FAVOREVOLE O CONTRARIO alla possibilità di rendere il certificato verde obbligatorio anche per gli studenti della fascia di età 12-19 anni?
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