… ci risiamo! Da qualche giorno è ripartito il rituale dell’Esame di Stato (peccato non definirlo più “di Maturità”) e, dopo le ventilate e paventate modifiche di cui si era discusso fino a Gennaio, poche cose sono cambiate rispetto alla tradizione e pressoché nessuna per quanto riguarda, nella fattispecie, la Prima prova, ovvero lo scritto di Italiano.
Rientra, quindi, nella consuetudine anche la “vexata quaestio” delle famigerate “griglie di valutazione”, con cui vagliare le abilità compositive degli studenti, griglie a proposito delle quali sarebbe opportuna una risoluzione definitiva. Due sono, infatti, i momenti “caldi” in cui esse tornano alla ribalta, ovvero le riunioni di Dipartimento di Lettere e, appunto, le procedure burocratiche relative all’Esame di Stato.
Nei Dipartimenti, ad inizio d’anno, si rivede la programmazione e si soppesa la funzionalità degli strumenti di valutazione: visto che il Dipartimento di Lettere è uno di quelli numericamente più consistenti ed incline agli esercizi di retorica, praticamente ogni suo componente è depositario di un suo approccio alla questione. Si va dai nostalgici del “giudizio” creativo e personalizzato – tra cui rientra chi scrive – agli efficientisti, stile “certificazioni ISO”, secondo cui la griglia esplicita ogni risvolto, come la targhetta degli ingredienti sul barattolo di conserva di pomodoro e tra i due poli, fortunatamente, si distribuiscono variamente le posizioni dei tanti colleghi: le discussioni, anche appassionate, potrebbero dilungarsi all’infinito, tra aggiustamenti, bizantinismi, acrobazie varie, tanto che, a volte, presi dallo sfinimento, si rimanda la decisione a… data da destinarsi, pur coltivando in buona fede il proposito (insano?) di rifletterci ulteriormente e/o reperire altri strumenti da sottoporre, quando che sia, all’attenzione dei colleghi, poi…”tempus fugit”, e ci si ritrova ad Aprile con l’assillo di dover inserire nel Documento di Maggio una proposta di griglia purchessia…
L’altro momento che genera imbarazzo è, per l’appunto, quello dell’Esame di Stato, a partire dal famigerato “Documento del 15 Maggio”, nel quale si raccolgono criteri di valutazione, simulazioni di Terze prove e – appunto – “griglie”. Per quanto riguarda la prova scritta di Italiano, in questa sede vengono inserite le griglie con le quali sono stati valutati gli elaborati degli studenti nel corso dell’anno scolastico, salvo poi scoprire, grazie alle testimonianze dei colleghi Commissari che hanno seguito gli Esami l’anno prima, che la griglia X non è piaciuta al Presidente A, quella Y non è stata approvata dal Presidente B, quella Z è stata bocciata dal Presidente C…
Da qualche anno, al termine della giornata dedicata allo scritto di Matematica (seconda prova dei Licei Scientifici), il Ministero si degna di diramare un prospetto funzionale alla correzione, che sia anche in sintonia con la tipologia dei problemi e dei quesiti proposti agli studenti: in questo modo si ottiene un certo grado di omologazione a livello nazionale dei criteri di correzione – a maggior garanzia dei candidati – e, volendo, si possono anche estrapolare dati comparabili, per qualunque necessità.
Ora, se per la Matematica si avverte l’esigenza di una griglia “su misura”, questo già da tempo non risulta indispensabile per la prova d’Italiano, le cui Tipologie sono consolidate ormai da diversi anni: possibile che il Ministero (o l’Invalsi o chi per essi) non si decida a formulare anche per questa prova una (o più) griglia/e che abbia tutti i crismi dell’ufficialità, valga per tutte le scuole d’Italia, indipendentemente dalle propensioni dei Colleghi, dalle scelte dei Dipartimenti, dalla discrezionalità dei Presidenti? Peraltro, una volta prodotta quest’opera di ingegno, essa conserverebbe la sua validità di anno in anno, senza ulteriori aggiustamenti. D’altro canto, perché ai docenti si richiede lo sforzo di predisporre criteri e griglie di valutazione per ogni prova, in nome di una presunta “oggettività e trasparenza” della valutazione e poi il Ministero non dà il buon esempio?
In definitiva, varie sono le ipotesi che si rincorrono circa una possibile modifica anche della prova di Italiano (ritorno al tema argomentativo? Scrittura documentata, ma corredata da poche fonti “contrapposte”?…) nell’Esame di Stato del 2016/’17/’18/’19?… Ma l’auspicio è che non ci si lasci sfuggire l’occasione: qualunque sia l’opzione ministeriale per la “riedizione” della prova di Italiano, buon senso vorrebbe che fosse prodotto in contemporanea anche lo strumento di valutazione percepito come “idoneo”, alla stessa stregua della prova di Matematica e soprattutto con i medesimi vantaggi.