“Questo governo non deve più muoversi, non deve più promulgare leggi o decreti, neppure emendamenti”.
Perché “ogni atto che fa è una bestemmia contro il popolo italiano”. Come “il decreto salva banche, la distruzione della scuola, l’annullamento delle tutele dei lavoratori e ora lo scandalo Trivellopoli. Basta”.
A dirlo, attraverso il suo blog, è Beppe Grillo, in un post dedicato agli sviluppi dell’inchiesta di Potenza dal titolo “fermiamo questa combriccola”.
Tra le operazioni su cui punta il dito l’oppositore di Governo, quindi, c’è la riforma della scuola, con i contestati provvedimenti relativi all’incremento di potere a favore dei dirigenti, l’introduzione dei premi ai pochi meritevoli, della chiamata diretta.
Pertanto, per il leader del M5S, è giunta l’ora di dare “all’Italia un governo legittimato dal popolo che faccia l’interesse nazionale. Considerati questi fatti gravissimi ed eccezionali il Movimento 5 Stelle ritiene opportuno l’intervento del Presidente della Repubblica Mattarella”, sostiene l’ex comico.
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“L’Italia – si legge nel post- è un Paese in macerie non governato da nessuno, ma assoggettato ad una guerra tra bande.Alla cima della piramide di comando c’è un leader burattino che riceve ordini da multinazionali, banche e burocrati europei.Sotto ci sono un branco di ministri che hanno più conflitti di interessi che parenti. Sotto ancora una schiera di sottosegretari e viceministri come De Vincenti definiti dall’ex ministro Guidi “pedine in mano al quartierino” che si adoperano per far approvare leggine ed emendamenti al lobbista di riferimento”.
Grillo è un fiume in piena: “Ministri, viceministri, sottosegretari, parlamentari sono quotidianamente impegnati in una guerra intestina per favorire gli interessi del loro padrone di turno e il dossieraggio a danni del ministro Delrio ne è la prova evidente”.
Per Grillo, dunque, “l’attività di governo consiste quindi nello scannarsi per far passare più o meno rapidamente questo o quell’emendamento la cui origine è incerta e, come nel caso dell’emendamento Total, fa gli interessi delle lobby. I cittadini che pagano i loro lauti stipendi non sono considerati. I loro bisogni non sono una priorità. Fare razzia delle risorse disponibili del Paese l’unico obbiettivo”.
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