Il ministero della Salute, nell’ambito delle azioni centrali previste nel programma di attività del Ccm per l’anno 2015, ha promosso il progetto Studio nazionale fertilità con l’obiettivo generale di raccogliere informazioni sulla salute sessuale e riproduttiva per orientare e sostenere la programmazione di interventi.
In questa occasione, la ministra della Salute Giulia Grillo, a margine proprio della presentazione dello studio, ha detto ciò che da anni molti dicono, ma che è di difficile applicazione: “C’è un grandissimo gap informativo per i giovani sul tema della sessualità, noi abbiamo analizzato l’aspetto relativo alla salute, ma ci sono tantissime informazioni che ai giovani bisognerebbe dare. Non ci possiamo affidare solamente a internet per la diffusione delle informazioni, anche se su questo voglio lavorare, voglio creare database di informazioni verificate, sia per i giovani che per gli adulti. Credo che l’insegnamento nella scuola di temi legati alla sessualità riproduttiva possa fornire un punto fermo di informazioni certe e verificate, rispetto al non avere informazioni o avere informazioni falsate. Speriamo che da questo protocollo di intesa col Miur nasca la strada per insegnare la salute nelle scuole e da lì un capitolo dedicato alla salute riproduttiva e alla sessualità”.
I dati pubblicati dicono, secondo quanto riporta l’Ansa, cheun adolescente su tre a 16-17 anni ha già avuto un rapporto sessuale completo (35% dei maschi e 28% delle femmine). Ma su sesso e fertilità in oltre 8 casi su 10 si informano online. E’ quanto emerge dallo Studio nazionale fertilità, promosso dal Ministero della Salute e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) con l’obiettivo di raccogliere informazioni sulla salute sessuale e riproduttiva in Italia.
Nello specifico, la parte dell’indagine relativa agli adolescenti è stata condotta in ambito scolastico su un campione di 16.063 studenti di 941 classi terze di 482 scuole superiori su tutto il territorio nazionale. In generale i ragazzi intervistati credono di saperne più di quanto in realtà non sappiano e il 94% ritiene che debba essere la scuola a garantire l’informazione sui temi della sessualità e riproduzione. Eppure, proprio la scuola è la ‘grande assente’ in questo campo. Nella maggior parte dei casi (89% i maschi e 84% le femmine) cercano, infatti, informazioni su internet e in famiglia difficilmente affrontano argomenti importanti per la loro salute quali “riproduzione”, “malattie sessualmente trasmissibili” e “metodi contraccettivi”. Il 23% di loro non utilizza i preservativi e non si protegge quindi contro infezioni quali Hpv e Hiv.
Rimangono infine pochi i contatti con i medici specialisti, e ancor meno quelli con i consultori familiari.
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