Una dirigente scolastica di un Istituto Comprensivo siciliano emana una circolare durissima contro l’uso, da parte dei suoi docenti, di gruppi WhatsApp o Telegram in cui partecipano i genitori della scuola. Nella circolare c’è un vero e proprio ordine di servizio che sfocia nella vita privata dei docenti e tocca le relazioni private tra docenti e genitori.
Una dirigente scolastica emana una circolare interna che sicuramente farà molto discutere dentro e fuori la sua scuola.
In tale circolare la ds scrive: ” Nel rammentare che la funzione docente impone un atteggiamento rispettoso della privacy nonché del ruolo di pubblico ufficiale che ciascuno di noi ricopre nell’esercizio delle proprie funzioni, si dispone che siano adottati i sottoelencati ed IMMEDIATI provvedimenti.
Chiusura dei gruppi whatsapp e/o Telegram nei quali siete amministratori
Cancellazione dai gruppi nei quali siete stati aggiunti dai genitori
Revoca dell’ ”amicizia” su Facebook ed Istagram
Si ricorda altresì che per le comunicazioni fra scuola e famiglia esiste una specifica funzione del registro elettronico , unico canale telematico consentito ed ufficiale.
Si rammenta, altresì, che la seguente comunicazione ha valore di disposizione di servizio e che la mancata osservanza di dette disposizioni costituisce ILLECITO DISCIPLINARE”.
Il durissimo ordine di servizio, che non mancherà di suscitare polemiche e dibattito, termina con l’invito ai docenti di autocertificare di regolare adempimento di quanto disposto dalla dirigente scolastica.
L’ordine di servizio che vieta ad un docente di amministrare gruppi facebook, gruppi WhatsApp o Telegram è fuori da ogni potere dirigenziale. La libera comunicazione e la libertà di espressione, oltre a quella di opinione non può essere limitata da nessuno, nemmeno il dirigente scolastico può ordinare al proprio docente di chiudere un gruppo social che amministra. Altra cosa sarebbe la contestazione nel merito di alcune espressioni o pensieri lesivi del ruolo e dell’Amministrazione che si rappresenta come pubblici ufficiali.
Non è lecito nemmeno inibire la libera scelta di essere iscritti a gruppi in cui si è stati aggiunti da un genitore, o addirittura, essere obbligati a togliere l’amicizia facebook o Instagram a qualcuno o a gruppi di persone.
L’amicizia tra persone è una cosa che afferisce alla vita privata di ogni individuo e l’utilizzo privato dei social è qualcosa, che se non travalica il pubblico pudore e il buon senso, riguarda esclusivamente la scelta individuale di ogni singolo docente. Certo è che i rapporti scuola famiglia non possono essere svolti su piattaforme non autorizzate dall’Istituzione scolastica, mentre è giusto che avvengano attraverso i canali ufficiali deliberati dagli organi collegiali. Il registro elettronico, se così è definito dal Collegio docenti e dal Consiglio di Istituto come l’unico strumento per i colloqui con i genitori, deve essere anche l’unico canale ufficiale da utilizzare per il confronto scuola-famiglia.
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