Promotore dell’iniziativa è stato il professore Mario Atanasio che, avendo sentito parlare della validità della terapia a mezzo del cavallo, si èattivato perchè potesse prendere vita un progetto che coinvolgesse i ragazzi della scuola, trovando sostegno nel collegio dei docenti, nel preside prof. Raciti e nella professoressa Bisicchia. Il programma riabilitativo,partito nel mese di aprile ha coinvolto otto alunni e si è svolto, con successo, presso il Centro Equestre Nicolosi, messo a disposizione dal dott. Fabio Parziano.
L’associazione Bucefalo si occupa principalmente di ippoterapia e nasce dalla volontà di quattro operatori della riabilitazione equestre che hanno conseguito l’attestato presso l’Anire, unico ente legalmente riconosciuto in Italia, con Dpr n. 610/1986, idoneo alla pratica della riabilitazione equestre. Essa svolge la sua attività su un vasto territorio, essendo organizzata in modo da poter spostare la propria sede operativa e le proprie attrezzature presso i vari centri di equitazione che hanno dato la loro disponibilità ad ospitare l’attività riabilitativa. Questo al fine di evitare agli utenti il disagio di lunghi spostamenti.
Scopo primario di Bucefalo è quello di mettere in primo piano la persona diversamente abile, che attraverso il contatto con il cavallo affronta meglio il suo handicap ottenendone un vantaggio sia fisico che psichico.
L’ippoterapia è una tecnica terapeutica che si occupa della persona diversamente abile, proponendo come mezzo di riabilitazione il cavallo. Quindi la scena terapeutica vede tre soggetti protagonisti: il paziente, l’operatore ed il cavallo.L’azione psichica è notevolissima: il bambino innanzitutto, si diverte: quale giocattolo è più bello di un enorme pupazzo di peluche vivo? Quale bambino non ha mai sognato un cavallino a dondolo? Quale animale richiama più del cavallo l’idea della favola? Il cavallo non sceglie il bimbo, ma lo accetta, e lo accoglie in groppa docile e paziente, come sempre, come se per il momento della lezione volesse portare sulla schiena anche il fardello di tutti i suoi problemi.
La terapia a mezzo del cavallo si rivolge alle persone portatrici di handicap psicofisici, quali patologie neuromotorie ed ortopediche, ad esempio psicosi infantili, autismo, problemi di adattamento sociale, comportamenti aggressivi in età evolutiva. L’intervento riabilitativo si propone, se non il superamento del danno neurologico primario, almeno la sua riduzione attraverso l’utilizzo delle risorse del disabile. Tale terapia non vuole sostituirsi alle altre tecniche riabilitative, ma affiancarle.