Si parla tanto di alternanza scuola-lavoro. Perché la Buona Scuola ha raddoppiato le ore di formazione in azienda e introdotto 200 ore pure nel triennio finale dei licei. Negli istituti superiori, però, con la riforma Gelmini le lezioni di laboratorio si erano “ristrette”. Nemmeno di poco. E nel frattempo alle scuole sono giunti sempre meno soldi, anche per questo genere di attività.
Così, in attesa che i finanziamenti per l’alternanza scuola-lavoro della L. 107/15 si concretizzino, mettere a disposizione degli studenti attrezzature e macchinari all’avanguardia è diventato un obiettivo praticamente impossibile.
A farne le spese sono prima di tutto gli studenti. Ma anche chi, a scuola, dovrebbe metterli nelle condizioni migliori per passare dal sapere al saper fare: quegli insegnanti tecnico-pratici ed assistenti tecnici che oggi più che mai lavorano in condizioni disagiate. Spesso, ciò accade proprio per la riduzione dei posti in organico a seguito della soppressione di diverse ore settimanali d’insegnamento, hanno anche perso la titolarità. E sono stati costretti a cambiare sede.
Su come si potrebbero risolvere questi problemi, abbiamo tenuto un colloquio con Crescenzo Guastaferro, alla guida del Conitp, il giovane sindacato nazionale creato proprio per rappresentare e tutelare tutte le categorie della scuola, con un’attenzione particolare proprio ad ITP e tecnici di laboratorio.
Guastaferro, è d’accordo con chi sostiene che in Italia l’attenzione mediatica per Insegnanti tecnico-pratici e assistenti tecnici è ridotta ai minimi termini?
Come presidente del Conitp, uno dei maggiori sindacati che conosce i problemi di questa categoria, sono perfettamente d’accordo: gli insegnanti tecnico pratici, cosi come gli assistenti tecnici, non sono valorizzati come si dovrebbe. Eppure, gli istituti tecnici e professionali si sorreggono sulla didattica laboratoriale e quindi i docenti tecnico pratici svolgono un ruolo fondamentale all’interno della formazione tecnica e professionale. Il sindacato che rappresento si è sempre battuto contro le scellerate riforme che tentavano di cancellare questa categoria dalla scuola. Con molta fatica, alla fine, Governo e ministero nell’ultima riforma hanno compreso che gli istituti tecnici e professionali esistono, perché vi si svolgono attività laboratoriali, ma hanno ridimensionato proprio le ore di laboratorio, riducendo notevolmente l’efficacia della didattica del saper fare.
Quanti sono gli Itp nel territorio nazionale? E i tecnici?
Gli Insegnanti tecnico pratici sul territorio nazionale sono circa 18mia. Mentre gli assistenti tecnici poco meno di 10mila unità.
Spesso si dice che gli insegnanti tecnico-pratici non sono all’altezza dell’insegnamento, perchè non sono laureati. Ma non hanno portato a termine l’Università nemmeno la gran parte dei maestri d’infanzia e della primaria. E una parte dei docenti della scuola media. Perché costoro godono di maggiore considerazione?
In tantissime scuole, gli Itp svolgono ruoli importantissimi: collaboratori del dirigente, funzioni strumentali. Anno anche i vice presidi. Quindi non è vero che gli ITP non sono all’altezza. È da sottolineare, piuttosto, che gli allievi Italiani che frequentano gli istituti tecnici e professionali, nonostante il Miur e la politica abbiano ridimensionato le ore e l’organizzazione laboratoriale, in molti settori risultano professionalmente all’altezza dei colleghi europei: meccanici, modellisti, cuochi, barman, addetti di sala, al ricevimento, agrari , elettricisti tanti altri risultano tra i migliori anche nel mondo. Tutto questo avviene proprio grazie alla grande capacità dei docenti tecnico pratici che riescono con capacità, pazienza, semplicità a trasmettere il saper e il sapere fare.
La Legge 107/15 non sembra aver favorito le figure professionali da voi tutelate.
La riforma aveva dimenticato nuovamente gli ITP e le attività laboratoriali: solo grazie all’intervento del nostri sindacato è stata apportata una modifica, nella Legge 107/15, che prevede la possibilità di richiedere per il potenziamento insegnamenti di laboratorio. E quindi di nominare docenti Itp. Un piccolo risultato che, però, non colma i tagli falcidianti della riforma Gelmini.
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Nella Buona Scuola per i tecnici, come per tutti gli Ata, non sono state previste assunzioni, né investimenti specifici per il personale: solo una dimenticanza?
Il Governo per il personale Ata, nonostante la sentenza ottenuta anche dal Conitp alla Corte di Giustizia europea, attraverso i legali Coppola e Balbi, volutamente ha lasciato fuori una categoria da sempre dimenticata. Noi, comunque, non ci arrendiamo: dopo le lotte passate a tutela di tutto il personale Ata, a novembre abbiamo avuto un incontro al Miur, dove abbiamo chiesto il ripristino delle supplenze per il personale Ata senza veti. Oltre che l’effettuazione delle immissioni in ruolo 2015/16, il ripristino dei contratti sui posti di diritto al 31 agosto, la valorizzazione economica del personale Ata che è la più bassa d’Europa.
Anche con i docenti, la Buona Scuola ha escluso più di qualcuno…
È vero, il Governo ha dimenticato migliaia di docenti inseriti in seconda fascia, abilitati. E tra questi docenti ci sono anche tra i 6mila e i 7mila tecnico-pratici. E questo è accaduto nonostante decine di emendamenti presentati dal nostro sindacato, tramite deputati e senatori, al fine di inserire anche loro nelle GaE, in modo da permettere la loro immissione in ruolo. Solo che il Governo ha alzato un veto impietoso, prevedendo esclusivamente un concorso per l’assunzione in ruolo.
Di quali interventi avrebbero bisogno gli Itp?
La categoria degli Itp avrebbe bisogno innanzitutto del ripristino delle ore laboratoriali, come ha sentenziato il Tar del Lazio, che valorizzerebbe, com’erano un tempo, le discipline tecnico pratiche di laboratorio. Valorizzare l’unicità della funzione del docente tecnico-pratico, come quella dei docenti dell’infanzia e primaria, sul piano economico livellando tutti gli stipendi, restituirebbe poi a questa figura il giusto prestigio e le motivazioni per fare ancora meglio. Inoltre, dotare sempre del registro e della possibilità di attribuire un voto pratico anche al docente Itp, perfezionerebbe e valorizzerebbe l’insegnante tecnico pratico.
E i tecnici? Come andrebbero tutelati?
Per quanto riguarda gli assistenti tecnici, la valorizzazione passa attraverso due aspetti: uno economico e l’altro professionale, riconoscendo la competenza e l’essenzialità del tecnico all’interno del laboratorio.
Parliamo dei laboratori scolastici: in molti casi sono obsoleti e da rimodernare, ma i soldi non ci sono. Come se ne esce?
Il Governo Renzi ha investito molto per la ristrutturazione delle scuole, ha introdotto il bonus per i docenti, ma ha dimenticato la modernizzazione dei laboratori. Infatti, moltissimi laboratori sono obsoleti e vecchi e non al passo della tecnologia: bisognerebbe investire molto di più, perché molte scuole non riescono a farlo per l’alto costo dei macchinari. E probabilmente questo è uno dei motivi per cui il Governo non investe sugli istituti tecnici e professionali.
Cosa chiedete, concludendo, a chi governa e gestisce le scuole?
Il nostro appello è al Governo. A cui chiediamo maggiore attenzione alla realtà della formazione tecnica e professionale, la quale passa per delle strutture laboratoriali adeguate e per la valorizzazione dei docenti e tecnici. Perché solo un equo connubio tra tutte le componenti, permetterà una formazione professionale eccellente dei nostri allievi.
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