Il Sole 24 Ore pubblica un testo di Gordon Brown, ex premier e cancelliere dello Scacchiere del Regno Unito, è inviato speciale delle Nazioni Unite per l’istruzione globale.
In tutto il mondo ci sono stati 10.000 attacchi violenti a scuole e università negli ultimi quattro anni, secondo un della Global Coalition to Protect Education from Attack. Le prove sono tanto evidenti quanto crudeli: 29 studenti uccisi dai sospettati militanti di Boko Haram nello stato nigeriano di Yobe all’inizio di quest’anno, studenti somali costretti ad arruolarsi, ragazzi musulmani attaccati dai nazionalisti di etnia burmese/buddista nel Myanmar, studentesse in Afghanistan e Pakistan colpite da bombe, armi da fuoco o avvelenate dai talebani contrari all’istruzione delle donne.
Ciò accade quando l’istruzione è vista come una minaccia.
In almeno 30 Paesi esiste uno schema concertato di attacchi da parte di gruppi armati, dove Afghanistan, Colombia, Pakistan, Somalia, Sudan e Siria sono i Paesi maggiormente colpiti.
Al World Economic Forum tenutosi questa settimana in Abuja, capitale della Nigeria, insieme ai partner della società civile e imprenditoriale, ho lanciato un programma per garantire la sicurezza personale degli studenti in quelle aree in cui le minacce sono reali e immediate.
L’esperienza di altri Paesi con minacce simili ha dimostrato che è cruciale ingaggiare formalmente leader religiosi per la promozione e la salvaguardia dell’istruzione. In Afghanistan, in collaborazione con le shuras e i comitati per la protezione, gli imam rispettati talvolta usano i sermoni del venerdì per sensibilizzare sull’importanza dell’istruzione nell’Islam.
A Peshawar, Pakistan, in un programma sostenuto dall’Unicef, gli eminenti leader musulmani hanno parlato dell’importanza dell’istruzione e del livello di scolarità. In Somalia, i leader religiosi sono andati in una radio pubblica nelle aree controllate dal governo e hanno visitato le scuole per sostenere la lotta contro il reclutamento di bambini soldato.
Milioni di bambini sono tagliati fuori dalla scuola in tutto il mondo. Non si tratta solo di una crisi morale; è anche un’opportunità economica persa. In Africa, ad esempio, l’istruzione assume particolare rilevanza dal momento che sempre più economie del continente passano dall’estrazione delle risorse a un settore spinto dalla conoscenza. Garantire un ambiente sicuro per l’istruzione è il primo passo importante per risolvere la crisi globale dell’istruzione.
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