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Guerra: il 75% dei bimbi palestinesi con sintomi post-traumatici da stress

Il 70-75% dei bambini palestinesi soffre dei sintomi del Pstd (disturbo post-traumatico da stress), a causa del permanente clima di guerra cui sono sottoposti. Il dato è stato comunicato al termine del secondo workshop del gruppo Erice (Empowerment and Resiliance in Children Everywhere), formato da esperti nell’ambito della salute mentale provenienti da Israele e dalla Palestina, svoltosi a Roma dal 22 al 24 luglio. Agli incontri, organizzati presso Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma, erano presenti psicologi israeliani e palestinesi per collaborare nel cercare di far star meglio i bambini sottoposti a stress da guerra. Con una percentuale decisamente inferiore (15-20% ma con un incremento nei luoghi di frontiera e negli insediamenti) anche i bambini israeliani subiscono, infatti, importanti traumi psicologici.
Il workshop è stato organizzato dalla Fondazione Child, presieduta da Ernesto Caffo, che presiede anche Telefono Azzurro, e dal Child Study Centre dell’università di Yale, per interessamento del professore James Leckman. Il gruppo Erice si è formalmente costituito al termine del primo workshop che ha coinvolto gli esperti di entrambe le parti, che si è svolto nel 2005 appunto ad Erice, in Sicilia. Il suo scopo è condurre progetti comuni, al fine di migliorare le condizioni di vita dei bambini che vivono nell’area del conflitto mediorientale e dunque sono continuamente sottoposti ai traumi derivanti dal permanente clima di guerra. L’obiettivo del workshop di Roma, in particolare, è stato quello di discutere di alcuni progetti già attivi o in progress, e di altri da far partire, verificando l’opportunità di finanziamento attraverso i fondi dell’Unione europea destinati ai territori coinvolti nel conflitto. Le politiche di Bruxelles sono state in particolare illustrate dal Umberto Stefani, direttore generale della Commissione europea. Un progetto, illustrato dallo psicologo palestinese Mustafa Qossoqsi, riguarda una ricerca che vuole individuare, a Nablus ed in alcune città israeliane, i sintomi del disturbo post-traumatico da stress nei bambini della primissima infanzia. “Erice – ha dichiarato Qossoqsi – è un’esperienza singolare perchè accomuna esperti palestinesi ed israeliani per un periodo continuativo. E’ un modello di salute mentale che diviene modello di pace attraverso il lavoro dei professionisti”.
Il Pstd è la sindrome che più frequentemente si associa ad un’esperienza traumatica. E’ stato messo in evidenza che nel caso di questi bambini si tratta più di sintomi che di sindrome vera e propria, ma essi sono comunque molto gravi e condizionano il loro futuro. “Ma chi dovrebbe andare sotto terapia – ha detto Shafiq Masalha, psicologo palestinese dell’università di Tel Aviv e dell’università ebraica di Gerusalemme – più che i bambini, sono gli adulti che prendono le decisioni”. Secondo Caffo è fondamentale che, in un contesto in cui chiunque appartenga all’altra etnia venga visto come un amico: l’obiettivo è far capire che “l’interesse comune è quello di pensare ai bambini”.
 
Alessandro Giuliani

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