Almeno 93 mila persone sono state uccise nel conflitto in Siria, iniziato il 15 marzo 2011.
Tra le vittime ci sono almeno 6.561 minori, di cui 1.729 bambini sotto i 10 anni.
Lo ha annunciato l’Alto commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay, rendendo noti a Ginevra i risultati di un nuovo studio sul numero di vittime nel Paese.
Il numero reale potrebbe essere tuttavia più alto.
In Siria, le uccisioni continuano a livelli «oltraggiosamente alti» con «più di 5 mila uccisioni documentate ogni mese dallo scorso luglio e 27 mila decessi supplementari dallo scorso primo dicembre», ha aggiunto Pillay.
L’Onu ha potuto documentare l’uccisione nel conflitto siriano di almeno 6.561 minori, di cui almeno 1.729 bambini sotto i 10 anni. «Ci sono anche casi ben documentati di bambini torturati e giustiziati, e di intere famiglie, neonati inclusi, massacrate. Questi casi, insieme al devastante bilancio dei decessi, sono un terribile richiamo», ha detto Pillay, e riflettono «un netto deterioramento del conflitto».. L’analisi mostra infatti un netto aumento del numero di morti, passati da circa mille al mese nell’estate del 2011 a più di 5 mila al mese in media dal luglio 2012, con un apice di 6 mila morti al mese tra luglio e ottobre 2012. «Esorto le parti a dichiarare un cessate il fuoco immediato, prima che decine di migliaia di persone siano ancora uccise o ferite», ha affermato Pillay.
Lo studio ha fatto ricorso a informazioni fornite da otto diverse fonti. Solo i casi di uccisioni identificate con almeno il nome della vittima, la data e il luogo sono stati presi in considerazione, ogni eventuale doppione è stato eliminato e quasi 40 mila casi di uccisioni segnalate sono state ‘scartate’ dall’analisi per insufficienza di informazioni. (Ansa)
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