Cosa sta accadendo in Europa a seguito della guerra in Ucraina, sul fronte dell’energia e dei prodotti agricoli, del gas e dei cereali? Lo spiega agli studenti l’esperto di politica agricola Matteo Bernardelli.
Il punto è che da alcuni mesi sono in atto fenomeni speculativi da parte di aziende che approfittano del conflitto in corso per alzare i prezzi dei diversi prodotti in entrata e in uscita nei Paesi europei. Le tensioni, in particolare – spiega Belardelli – si sono concentrate sui prezzi dei cereali, in parte per i fenomeni speculativi, in parte per le maggiori difficoltà di trasporto legate, appunto, ai trasporti. O magari ancora per uno sbilanciamento della bilancia commerciale a vantaggio di nuovi big player del mercato, come la Cina, che detiene il 70% delle scorte mondiali di mais, il 34% degli stock di soia, il 50% del grano a livello globale.
Come fronteggiare i maggiori costi per gli acquisti di cereali?
Tramite le assicurazioni. Esse rappresentano infatti una soluzione molto efficace in caso di fenomeni di spiccata volatilità, che possono provocare crolli di mercato e, di conseguenza, minori entrate economiche, sia pure in presenza del prodotto. È il caso del prezzo del latte o dei cereali, soggetti in alcuni frangenti a marcate oscillazioni di prezzo, magari per sovrapproduzione temporanea, che il mercato non riesce però ad assorbire.
Negli ultimi anni la Politica Agricola Comune (Pac), entrata in vigore sessanta anni fa, nel 1962, ha accompagnato l’evoluzione della gestione del rischio, proponendo agli agricoltori assicurazioni “agevolate”, cioè finanziate in buona parte (fino al 70%) a livello pubblico.
Perché questo supporto? Perché il cibo è fondamentale per la vita e la Pac, fra i propri obiettivi, ha anche quello di garantire la produzione di cibo e il suo accesso. Detto altrimenti: aumentare la competitività e la produttività del settore agricolo in modo sostenibile, per far fronte alla sfida dell’aumento della domanda in un contesto di scarsità di risorse e incertezza climatica.
Nella riforma della Pac che entrerà in vigore a partire dal primo gennaio 2023, sono stati inseriti specifici elementi per la gestione del rischio, come ha ricordato Paolo De Castro, componente della Commissione Agricoltura al Parlamento Europeo. “Oltre al mantenimento degli strumenti attuali finanziati fino al 70% tramite i Fondi per lo Sviluppo Rurale (assicurazioni contro la perdita di produzione, fondi mutualistici contro la perdita di produzione e strumento di stabilizzazione del reddito), viene introdotta anche la possibilità di stipulare polizze assicurative contro la perdita di reddito”.
Sul tema delle assicurazioni in agricoltura l’Italia si è battuta in fase di elaborazione della nuova Pac per ottenere adeguato sostegno. D’altronde, l’Italia è uno dei Paesi europei maggiormente esposti al flagello dei cambiamenti climatici, con la conseguenza che l’agricoltura è esposta a siccità, gelate, ondate di calore estive, eccessiva piovosità, e quindi probabili perdite di produzione, perdita di qualità, calo dei redditi delle imprese agricole.
Su spinta, appunto, dell’Italia, è stata inserita nella riforma della Pac 2023-2027 la possibilità per gli Stati membri di “accantonare una parte di risorse per la creazione di un Fondo Mutualistico su scala nazionale, che porti obbligatoriamente tutti gli agricoltori a proteggersi dai rischi di perdita di produzione”.
Questo articolo è stato realizzato nell’ambito del progetto ParteciPAC (www.partecipac.eu), finanziato dal programma IMCAP dell’Unione europea.
Le opinioni espresse nel presente articolo sono quelle dell’autore che ne assume la responsabilità esclusiva. La Commissione non è responsabile dell’eventuale uso delle informazioni in esso contenute.
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