Le operazioni militari in corso sul territorio ucraino hanno portato la guerra nuovamente nel continente europeo, ai confini dell’Unione Europea la quale guarda con enorme apprensione quanto sta effettivamente accadendo in Ucraina, i cui giovani, madri e bambini fuggono accolti dalle autorità europee e russe, queste ultime dedicate all’esodo generalizzato dal Donbass russofono. Il Belpaese, come di consueto, si è mobilitato interamente, mettendo a disposizione non solo mere risorse economiche, ma anche sociali ed educative, consapevole dell’importanza cruciale della formazione scolastica e dell’accoglienza, gradita soprattutto se esercitata da coetanei. Le scuole, a tal punto, non si sono solamente limitate a versare quote ed organizzare campagne di acquisti: alcune di queste hanno costituito, con altri istituti con cui si è effettuato precedente gemellaggio, una vera e propria rete di accoglienza che ha visto coinvolti non solo studenti ed insegnanti nella fattiva accoglienza in classe e a lezione dei bambini e giovani ucraini, ma anche delle famiglie che si sono adoperate nell’ospitare per intere mensilità le famiglie in fuga. Vediamo quali sono le iniziative.
La mobilitazione delle autorità italiane: è emergenza umanitaria
Che fare nel tragico caso in cui un paese alle porte dell’Europa viva una profonda tragedia bellica e si è impossibilitati, per motivi geopolitici, a prendere parte alla sua difesa? Occorre guardare, con occhio di riguardo e diligenza, chi realmente paga il costo del conflitto intrattenuto da entrambe le parti belligeranti in causa: i civili. Strazianti le immagini di territori devastati, case distrutte ed ospedali in fiamme. Tali istantanee hanno di fatto portato alla mobilitazione di coloro che frequentano i luoghi dell’educazione e della ricerca. Insegnanti e studenti sono divenuti più consapevoli che la pace va costruita anche attraverso processi e tentativi di accoglienza e di integrazione fattiva, specie se dalla guerra fuggono donne e bambini. Il Ministero dell’Economia italiano ha varato ingenti somme al fine di gestire al meglio l’emergenza umanitaria in risposta alle azioni intraprese dall’Europa, che sostiene Polonia, Ungheria e Slovacchia nell’organizzazione e nell’esecuzione delle operazioni d’accoglienza svolte ai posti di blocco al confine con l’Ucraina. Il Ministero del Lavoro sta in questi giorni emettendo delle note al fine di promuovere finanziamenti diretti alle famiglie, corrispondenti per ora a 30 euro giornalieri per persona.
Le scuole italiane come entità-rete: accoglienza e conforto agli studenti ucraini in fuga
Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha fatto presente l’impegno incessante delle scuole italiane ed ha ringraziato pubblicamente studenti, insegnanti e i Dirigenti Scolastici. Ad ora si contano quasi 8.500 studenti ucraini residenti temporaneamente in Italia fin dall’inizio delle operazioni militari. Il flusso di profughi, così come nelle altre realtà europee, sarebbe in calo, dato che le operazioni militari in corso sembrano stagnare in aree specifiche dell’Ucraina, che comunque resta di fatto un luogo non sicuro per ogni centimetro quadrato del suo territorio. Si inizia anche, con la dovuta pressione esercitata nei confronti di Atenei e Ministero, il riconoscimento dei titoli di studio ucraini e non solo nel nostro paese, abbattendo di fatto un muro tra il sistema ECTS e altri sistemi di quantificazione degli esami sostenuti durante uno specifico percorso accademico. IL Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha inoltre precisato in una nota che occorreranno più fondi e un piano estivo dedicato al fine di porre gli studenti ucraini in condizione di recuperare il più possibile a livello di programmi, competenze e discipline il cui apprendimento è stato interrotto dal conflitto tuttora in corso.