Attualità

Guerra Israele Palestina. Sindacati divisi e posizioni distanti, aumentano le manifestazioni per dire no al terrorismo

Sulla questione della guerra Israele-Palestina i sindacati sono divisi con prese di posizione anche molto distanti. Tuttavia si stanno moltiplicando gli appelli per la pace, la cessazione della guerra e l’apertura di vie diplomatiche. Molte le manifestazioni annunciate con adesioni in aumento.

Le posizioni dei sindacati: comunicati, appelli, dichiarazioni

USB. In un comunicato del 7/10/2023 la USB si schiera da subito “a fianco e a difesa del popolo Palestinese”. “La USB difende il diritto del popolo Palestinese a lottare per la difesa della propria terra e per la riappropriazione dei territori strappati con la forza da Israele, per rompere il silenzio assassino che circonda da sempre le continue aggressioni Israeliane al popolo Palestinese e sostiene lo sciopero generale dei lavoratori palestinesi promosso dalle organizzazioni sindacali in Cisgiordania che sta bloccando tutte le attività in sostegno alla mobilitazione”. Si rileva inoltre che “Tutti i Governi e le forze politiche occidentali, l’Unione europea, i sindacati aderenti all’Ituc -(l’International Trade Union Confederation, di cui fanno parte CGIL, CISL e UIL)- si stanno schierando apertamente con lo Stato sionista coprendone le responsabilità di decenni di aggressioni e violenze ed è sempre più evidente il tentativo di allargare il fronte dello scontro coinvolgendo paesi e popoli che non si sono mai piegati all’imperialismo e all’arroganza Israeliana”.

CGIL. In realtà non è proprio così, perché la CGIL in data 11/10/2023 ha pubblicato sul suo sito un appelloFermiamo la violenza, riprendiamo per mano la Pace” a cui stanno aderendo moltissime associazioni appartenenti anche al mondo cattolico. “Condanniamo l’ignobile e brutale atto di aggressione di Hamas – si legge nel testo – contro la popolazione civile Israeliana, contro anziani, bambini, donne, in spregio di ogni elementare senso di umanità e di civiltà, alla quale si è aggiunta la barbara pratica della presa di ostaggi. Siamo di fronte alla violazione di tutti i trattati e le convenzioni internazionali, volti a salvaguardare le popolazioni civili dalle guerre e da ogni forma di occupazione”.

Dopo aver chiarito fermamente che “Non vi è giustificazione alcuna per l’operato di Hamas”, l’appello prosegue con l’esortazione che tuttavia “Israele non deve reagire con la sua potenza militare contro la popolazione della Striscia di Gaza o usare metodi di rappresaglia come togliere cibo, luce, acqua ad una popolazione anch’essa ostaggio della violenza scatenata da Hamas, senza vie di fuga ed impossibilitata a proteggere le famiglie, i bambini e gli anziani”. “Solo con il rifiuto della guerra e della violenza possiamo tutti impegnarci per costruire giustizia, rispetto per i diritti di autodeterminazione delle due popolazioni, riparazione, convivenza, pace giusta e duratura”.

Si auspica infine una Conferenza di pace che risolva, finalmente, la questione Palestinese applicando la formula dei “due Stati per i due Popoli”.

– Anche la FLC CGIL, con Education International e ETUCE, l’organizzazione mondiale e quella europea dei sindacati dell’istruzione, l’11/10/2023 ha pubblicato un comunicato che condanna il terrorismo e chiede pace in Israele e Palestina. “Education International è solidale con gli insegnanti, gli studenti e le comunità della regione e invita la comunità internazionale a fare tutto il possibile per fermare lo spargimento di sangue ed evitare una crisi umanitaria catastrofica”.

Gianna Fracassi, segretaria generale della FLC CGIL, condivide e ribadisce che “La scuola e l’istruzione sono i principali strumenti per la trasformazione delle coscienze e la costruzione di solidarietà e pacifica convivenza. Come rappresentanti dei lavoratori della conoscenza non possiamo che chiedere con la massima urgenza di fermare ogni azione violenta e l’intervento deciso dei principali attori internazionali per l’avvio di tutte le operazioni umanitarie e diplomatiche finalizzate all’applicazione degli accordi di Oslo per immaginare l’unica via d’uscita: due popoli, due stati”.

 – Luigi Sbarra, segretario generale della CISL. Sul fronte diametralmente opposto, troviamo invece una dichiarazione di Luigi Sbarra, segretario generale della CISL, che ha aderito all’appello del Foglio, giornale diretto da Claudio Cerasa, dal titolo “Perché Israele siamo noi. Difendere Israele significa difendere la nostra libertà. E le nostre democrazie”.

Fra i primi a sottoscrivere c’è la presidente del Consiglio Giorgia Meloni con il messaggio “Aderisco con convinzione all’appello del Foglio. Il terrorismo non è mai giustificato e Israele ha il diritto di difendere se stesso e il suo popolo. Il sostegno del mio Governo alla sicurezza di Israele è solidissimo”. Seguono altri esponenti del governo e altri politici. Il 9 ottobre, si aggiunge anche Sbarra con questo messaggio: “Piena adesione della CISL all’appello del Foglio e ferma, assoluta condanna all’atto terroristico di Hamas. Un attacco criminale, inumano, pianificato per colpire civili inermi, concepito per far strage indiscriminata. Un cinico colpo al cuore della democrazia, che punta alla destabilizzazione, con effetti devastanti anche sul dialogo tra popoli. Israele siamo noi. La CISL sta con la sua gente e le sue vittime innocenti”.

CISL Brescia.  Ma forse la questione è molto più complessa di quanto possa far apparire una narrativa manichea e semplicistica che divide le parti in conflitto fra i buoni di qua e i cattivi di là. Tanto che, in un comunicato del 12 ottobre, la CISL di Brescia annuncia una mobilitazione in piazza insieme all’associazionismo bresciano, a seguito della tragica e preoccupante situazione internazionale, contro il terrorismo e contro la guerra. “Diciamo no al brutale atto di aggressione terroristica di Hamas contro la popolazione civile israeliana iniziato sabato 7 ottobre – si legge nel documento sottoscritto da decine di associazioni tra cui anche CISL Brescia – e chiediamo che vengano immediatamente rilasciati gli ostaggi; diciamo no alla guerra, chiedendo che Israele non reagisca in modo indiscriminato con l’utilizzo della sua potenza militare contro la popolazione della Striscia di Gaza. La nostra condanna contro ogni forma di violenza, di aggressione e di rappresaglia contro la popolazione civile, sia palestinese, sia israeliana è assoluta. Solo con il rifiuto della guerra e della violenza possiamo tutti impegnarci per costruire giustizia, sicurezza, rispetto per i diritti di autodeterminazione delle due popolazioni, riparazione, convivenza, pace giusta e duratura”.

Praticamente a Brescia CGIL, CISL e UIL locali hanno sottoscritto lo stesso appello e scendono in piazza congiuntamente (solo con le bandiere della pace viene precisato) insieme a moltissime altre associazioni del territorio.

Anna Maria Bellesia

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