La perdita di apprendimenti ha mostrato, a livello globale, un legame diretto con le chiusure prolungate della scuola in presenza, quelle imposte recentemente dalla pandemia, o nel caso di Paesi con periodi di vacanze estive lunghe (summer learning loss), e nell’indagine Unicef in Ucraina, a causa della guerra, che ha provocato l’interruzione totale e poi parziale degli studi.
Da tempo a livello internazionale il learning loss preoccupa esperti e insegnanti, che lo considerano una delle prime cause della povertà educativa. Durante le vacanze estive, che in Paesi come l’Italia per esempio durano circa tre mesi, si riscontra infatti una perdita di apprendimento rispetto alle conoscenze acquisite durante l’anno scolastico appena passato. Inoltre, condizioni di povertà educativa e materiale rendono più acuto questo fenomeno.
Il Direttore regionale dell’UNICEF per l’Europa e l’Asia centrale, Regina De Dominicis, ha detto che all’interno dell’Ucraina, gli attacchi alle scuole sono continuati senza sosta, lasciando i bambini profondamente angosciati e senza spazi sicuri per imparare. I bambini ucraini non solo hanno difficoltà a progredire nell’istruzione, ma anche a conservare ciò che hanno imparato quando le scuole erano pienamente funzionanti.
I bambini di tutta l’Ucraina mostrano segni di una diffusa perdita di apprendimento, tra cui il deterioramento dei risultati di apprendimento della lingua ucraina, della lettura e della matematica, poiché la guerra, preceduta dalla pandemia COVID-19, ha posto gli studenti di fronte al quarto anno di interruzione dell’istruzione.
In particolare,secondo i dati dell’ultima indagine nazionale, il 57% degli insegnanti riferisce la diminuzione delle capacità degli studenti in lingua ucraina, rileva al 45% la riduzione delle competenze in matematica e fino al 52% quelle in lingua straniera. Secondo i dati delle indagini nazionali, due terzi dei bambini in età prescolare non frequentano l’asilo e nelle zone di frontiera, tre quarti dei genitori dichiarano di non mandare i propri figli all’asilo.
Gli ultimi dati nazionali sulle iscrizioni informano che solo un terzo dei bambini in età di scuola primaria e secondaria iscritti a scuola in Ucraina sta imparando completamente in presenza, mentre un terzo degli studenti iscritti sta studiando con un approccio misto presenza e online, e un terzo completamente online.
Per i bambini ucraini rifugiati la situazione è ancora più drammatica, ricomincia infatti un altro anno incerto, con più della metà dei bambini in età prescolare e secondaria non iscritti ai sistemi educativi nazionali in sette Paesi ospitanti. I bambini in età prescolare e secondaria sono quelli che hanno maggiori probabilità di perdere l’istruzione e tra le principali cause della mancata iscrizione a regolari corsi di studio ci sono le barriere linguistiche, le difficoltà di accesso alla scuola e i sistemi educativi affollati.
Molto spesso, secondo l’indagine Unicef, i bambini rifugiati che non sono iscritti alle scuole locali e stanno probabilmente cercando di studiare online, attraverso piattaforme di apprendimento a distanza, mentre altri giovani rifugiati potrebbero aver abbandonato completamente gli studi.
L’Unicef ci tiene a sottolineare che il ruolo delle scuole, oltre a quello di essere un luogo di apprendimento, è soprattutto quello di offrire ai bambini e alle bambine un senso di routine e sicurezza, la possibilità di costruire amicizie e di ricevere aiuto dagli insegnanti.
L’Unicef pertanto sta collaborando con i governi e i partner sul campo in Ucraina e nei Paesi che ospitano bambini e famiglie rifugiate per contribuire ad aumentare l’accesso a un apprendimento di qualità. Tra le azioni principali ci sono quella di sostenere l’inclusione dei bambini nei sistemi educativi nazionali, fornire percorsi di apprendimento multipli ai bambini non ancora iscritti e dotare gli insegnanti e il personale scolastico delle competenze necessarie per integrare tutti i bambini vulnerabili nelle classi, fornendo corsi di lingua e supporto psicosociale e di salute mentale.
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