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Guido Saraceni: “I docenti della scuola lavorano in condizioni assurde tra pretese dei genitori e maleducazione dei ragazzi”

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Uno studente lancia due cestini dei rifiuti durante la lezione: uno contro un compagno e l’altro contro la professoressa in quel momento seduta dietro alla cattedra.

Il caso, avvenuto a Mirandola (in provincia di Modena) ha destato scalpore.

Sulla questione è intervenuta anche la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli: “Il video circolato in Rete – afferma – colpisce e suscita naturalmente indignazione: episodi simili non sono tollerabili, a maggior ragione all’interno di un’aula scolastica, dove la violenza deve essere sempre bandita. Ma leggere sulla stampa che quelle immagini e la mancanza apparente di reazione da parte dell’insegnante sarebbero il simbolo dello sfascio della scuola fa forse più male. E non rende giustizia allo sforzo che le nostre scuole, le nostre e i nostri docenti fanno ogni giorno per dare alle ragazze e ai ragazzi tutti gli strumenti di cui hanno bisogno per muoversi con autonomia e competenza nel loro presente e nel loro futuro. Il quotidiano (pre)giudizio negativo su quanto accade a scuola è un errore”.

Sull’argomento è intervenuto il prof. Guido Saraceni, professore associato presso la Facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi di Teramo, gestore di una seguitissima pagina Facebook.

“Pochi giorni fa a Mirandola (Modena), in una classe dell’Istituto Superiore Galileo Galilei, uno studente ha lanciato un cestino contro la Professoressa di matematica, che, dopo essere stata colpita, ha continuato impassibile a scrivere al suo computer. La scena è stata ripresa da un altro ragazzo che, ovviamente, ha deciso di condividere il filmato sui social network – per glorificare la bravata del suo compagno, amplificando l’umiliazione del docente.

Questa è la condizione in cui versa la scuola italiana oggi. I docenti sono quotidianamente tenuti a fare i conti con le sempre più assurde pretese dei genitori, con la maleducazione “social” di ragazzini che non hanno la minima voglia di studiare, con l’inadeguatezza di strutture che cadono letteralmente a pezzi.

Tutto questo nel più totale caos amministrativo e legislativo.

I colleghi che insegnano nelle medie e nei licei non sono perfetti, per carità, avranno anche tutti i limiti e i difetti del mondo – esattamente come i docenti universitari – ma cerchiamo sempre di ricordare in quali condizioni assurde sono costretti a lavorare.

A loro, oggi, vorrei dedicare tutta la mia solidarietà.

E il mio rispetto”.