Il Ministro dell’Istruzione Bussetti ha riconosciuto che gli studenti italiani non conoscono affatto la geografia ed ha affermato che la geografia è una materia bistrattata, non tenuta nella dovuta considerazione, eppure è fondamentale perché è una disciplina che ti permette di capire i problemi del mondo contemporaneo, i confini, i disastri ambientali.
Bussetti ha sottolineato che “E’ vitale. Così come la materia più sottovalutata della nostra scuola: la geografia. Folle se vuoi capire un mondo che cambia confini ogni ora“.
Purtroppo dobbiamo constatare che gli studenti snobbano questa materia, non la studiano appassionatamente. Nella scuola di ieri sapevamo mari, monti, fiumi, capoluoghi di regione, capitali europee e dei principali paesi del mondo. Si facevano le gare in classe sulla geografia ed era una gara avvincente e altamente formativa.
Ora, nell’era della globalizzazione e dell’informatica che “impera” dappertutto, con computer, tablet, smartphone che si permettono di girare il mondo con un click, non conosciamo più nulla di geografia.
Non si usano più gli atlanti geografici, strumenti indispensabili per leggere le carte, individuare mari, monti, laghi, fiumi, eppure nella scuola di ieri conoscevamo la geografia. I nuovi “soloni” pedagogisti e gli inventori di teorie didattiche (vuote di sostanza e contenuti) hanno relegato la geografia a “cenerentola” delle discipline scolastiche.
E ci siamo ritrovati alunni che non sanno alcunché di geografia e fanno una colossale confusione e adulti che partecipano ai quiz televisivi che le sparano sempre più grosse sulle domande di geografia, da far accapponare la pelle. Un tempo si studiava la geografia con l’atlante e si obbligavano gli alunni a portarlo a scuola, oggi, invece usano Google Maps e non sanno nemmeno orientarsi nello spazio.
Nell’era della tecnologia orientarsi è facilissimo, ma non si ha la cognizione dello spazio e dell’orientamento. Sono queste le vere riforme che servono alla scuola: tutto il resto è palliativo o meglio un contorno vuoto di senso e di significato.
Torniamo ad insegnare la vera geografia, quella che ha fatto appassionare molti studenti, quando un tempo i ragazzi si appassionavano a questa disciplina mentre oggi la vedono come una disciplina noiosa e arida.
Gli studenti devono essere consapevoli che tutte le tipologie di concorsi pubblici e privati prevedono una prova preselettiva di cultura generale per monitorare se lo studente possiede o meno quelle conoscenze minime generali di quanto ha appreso sui banchi di scuola.
E, invece, quando ci si imbatte nella correzione degli elaborati contenenti domande di cultura generale c’è veramente da mettersi le mani in testa, da restare sbalorditi, in quanto le risposte ivi contenute sono a dir poco assurde e denotano una superficialità e pochezza di saperi acquisiti.
È bene che il MIUR prenda atto di questo e insista molto sulle conoscenze di base geografiche che gli alunni devono possedere al termine di ciascun ciclo d’istruzione.
Mario Bocola