Una brutta faccenda ha coinvolto una scuola, l’Istituto Comprensivo di Villa Estense, in provincia di Padova. Al centro vi è la dirigente amministrativa, ormai ex, dell’istituto, Annamaria Farnesi Camellone, che è appena stata condannata per peculato a 4 anni e 6 mesi di reclusione per aver sottratto soldi alla scuola.
Si tratta di ben 84mila euro sottratti dal conto dell’istituto che, come riporta Il Gazzettino, sarebbero stati prelevati dai flussi di cassa destinati a fornitori, consulenti e famiglie. La condotta illecita avrebbe avuto inizio nell’autunno del 2018. Sono 77 i bonifici incriminati, che sarebbero stati destinati al conto personale della donna.
Camellone avrebbe cominciato a falsificare dati contabili, approfittando del fatto che la scuola doveva effettuare pagamenti verso persone fisiche e giuridiche. Il suo metodo era semplice: al momento di inserire gli estremi per il pagamento, anziché mettere quelli della scuola, l’ex funzionaria metteva invece i suoi. Così, un paio di volte al mese per due anni e mezzo.
A dare un’ulteriore spinta a questo tipo di attività illegale? Il Covid. Durante il periodo più complesso della pandemia, che ha messo in ginocchio le stesse scuole, l’ex funzionaria avrebbe fatto “magheggi” con i fondi destinati alle operazioni di pulizia e sanificazione.
La stessa cosa sarebbe avvenuta con i soldi delle gite scolastiche che poi non si sono svolte a causa dell’esplosione dei contagi, anticipati dalle famiglie e mai restituiti. Se qualcuno si insospettiva, la donna dava la colpa ai soliti tempi lunghi della pubblica amministrazione.
Tutto è venuto fuori quando nel settembre 2020 si è insediato nel ruolo di Dsga (direttore dei servizi generali amministrativi) un altro dipendente che si è subito reso conto che qualcosa non andasse. Quest’ultimo ha così subito avvisato il dirigente scolastico di allora, Cesare Cecchetto, che ha immediatamente sporto denuncia facendo partire le indagini della Guardia di Finanza.
La donna è stata così sospesa. La funzionaria risultava nullatenente: ogni volta che versava i soldi sul suo conto lo svuotava subito, in modo da lasciarlo vuoto. Per recuperare le somme sottratte è stato necessario il sequestro preventivo, disposto dal gip sul trattamento di fine rapporto dell’indagata, circa 23mila euro. Nelle more del processo penale, Camellone ha subito un procedimento disciplinare dell’Ufficio scolastico regionale ed è stata licenziata.
La sentenza è arrivata all’esito dell’udienza preliminare, con il giudice che ha formato il suo convincimento sulla base del materiale probatorio sin lì acquisito. Le risultanze contabili e le condotte tenute dall’imputata sono state ritenute sufficienti per pronunciare condanna nei confronti dell’ex funzionaria.
A seguire la vicenda il dirigente Cecchetto, intanto andato in pensione, che ha voluto ugualmente partecipare all’udienza: “Prendo atto della condanna e ritengo che la sentenza sia impeccabile. Personalmente, una condizione di malaffare così evidente non poteva che essere punita in maniera esemplare”, ha detto.
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