Sconcertante e fuori controllo ormai. Nei giorni scorsi, alcune testate giornalistiche hanno parlato di un presunto matrimonio gender tra due bambini, “celebrato” in una scuola in provincia di Bologna con la “benedizione” delle maestre. La notizia bufalesca, nonostante sia stata subito smentita sia dal preside dell’Istituto scolastico, sia dagli insegnanti, che hanno giudicato l’episodio “totalmente inventato”, ha continuato però a girare, sostenendone la veridicità.
Questo il testo integrale, pubblicato da TgCom24, dei diretti interessati per smentire la bufala:
“Noi sottoscritte Sig.re Valeria Pritoni e Silvia Bertozzi, insegnanti nella scuola elementare di Poggetto (frazione di San Pietro in Casale, BO), intendiamo smentire ogni circostanza di fatto riferita nell’articolo apparso sull’edizione online di questo quotidiano, secondo il quale nel nostro Istituto sarebbe stato celebrato “un vero e proprio matrimonio omosessuale, benedetto dalle maestre (…) nel corso del quale due maschietti, di fronte ad un immaginario “altare” avrebbero “pronunciato il fatidico sì” e si sarebbero scambiati “un bacetto”.
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Questo episodio è totalmente inventato e si pone al di fuori di ogni possibile attività e/o progetto didattico al quale ci atteniamo nel solco dei programmi e delle direttive ministeriali e di Istituto. Pur non essendo espressamente indicati i nostri nominativi, altri elementi descrittivi contenuti nell’articolo hanno portato i genitori, colleghi e dirigenti scolastici ad attribuire a noi i fatti ivi riportati, costringendoci pertanto ad intervenire nel nostro interesse ma anche in quello degli altri docenti potenzialmente attaccati in quanto operanti nel medesimo Istituto. Riteniamo infatti doveroso richiedere ed ottenere questa precisazione per tutelare sia la nostra immagine e la nostra reputazione professionale che quella dell’Istituto nel quale orgogliosamente svolgiamo il nostro ruolo di educatrici e formatrici delle nuove generazioni. Crediamo che sia fondamentale evitare la diffusione di simili notizie inventate anche al fine di preservare la tranquillità della nostra piccola comunità e la crescita dei bambini e delle bambine”.