Oggi ha fatto scalpore il caso di una docente di una scuola di Treviso che avrebbe scritto con un post su Instagram, poi rimosso, alcune frasi razziste, che richiamano ai principi nazisti. “Andate all’inferno, Hitler aveva ragione su di voi ebrei”, questa la frase incriminata.
Il ministero dell’Istruzione e del Merito, su impulso del Ministro Valditara, come riporta un comunicato stampa si è prontamente attivato chiedendo al legale rappresentante dell’istituto informazioni esaustive e immediate sui fatti e di essere messo a conoscenza delle misure adottate.
“Odio razziale e discriminazioni di ogni tipo sono incompatibili con i principi della nostra scuola che è la scuola costituzionale, improntata al rispetto della persona. Come Ministero metteremo in campo tutte le azioni necessarie a debellare atteggiamenti simili”, così il ministro.
C’è da precisare, comunque, come ricorda il ministero, che trattandosi di una scuola straniera non vigilata da Viale Trastevere, l’iter disciplinare di accertamento e di eventuale sanzione può essere avviato solo dall’istituto stesso.
Come riportanono Fanpage.it, RaiNews e Il Corriere della Sera, la scuola starebbe valutando la sospensione della docente, nata in Libano, che starebbe vivendo un momento di forte difficoltà psicologica per la drammatica situazione in Medio Oriente. Quest’ultima ha ammesso di aver scritto le parole incriminate.
Hammoud starebbe incontrando gli studenti per spiegarsi e per scusarsi e si dice “devastata” da quanto sta accadendo, per il video contro Israele postato per qualche minuto sui social. Lo hanno riferito fonti della società a cui fa capo il Campus che ospita 1.500 studenti e all’interno del quale insegna la donna.
Hammoud si è confrontata anche con gli altri docenti e dirigenti scolastici, mentre l’azienda sottolinea di essersi “dissociata immediatamente” dalle affermazioni rese dalla insegnante su Instagram, “non solo per quanto detto ma per il ruolo di educatrice” della propria dipendente. Per le prossime ore è prevista la diffusione di dichiarazioni ufficiali da parte dei vertici scolastici, dai quali, al momento, non sono ancora stati assunti provvedimenti nei confronti della collega.
Come ha ricostruito Il Corriere del Veneto, a scoprire il video della docente di Treviso è stata una studentessa, che lo ha salvato e lo ha mostrato ai genitori; dopodiché quello screen si è diffuso via chat tra le famiglie degli altri studenti.
Già in questi giorni, mentre imperversa la guerra tra Israele e Palestina, il ministro ha richiamato più volte alla scuola costituzionale, condannando azioni terroristiche, violente e discriminatorie. Valditara ha rilasciato un’intervista a Il Corriere della Sera il 2 novembre, nella quale ha parlato dei recenti eventi antisemiti.
“La scuola costituzionale deve fornire gli antidoti contro qualsiasi rigurgito di discriminazione e di antisemitismo. Quella del pregiudizio è la scuola fascista, comunista e di tutti i totalitarismi”, ha esordito.
A questo proposito il capo del dicastero di Viale Trastevere ha parlato del caso di un professore di un liceo di Roma che avrebbe chiesto agli studenti di parlare di attualità partire dal punto di vista di un compagno di origini israeliane, fornendone le generalità. “Di questo caso specifico non posso parlare, dato che sono in corso gli accertamenti. Posso dire che la direzione scolastica regionale del ministero si è subito attivata ed è stata svolta un’indagine interna alla scuola i cui contenuti sono ovviamente riservati. Le autorità competenti stanno valutando quali iniziative assumere”, ha detto.
Ecco le parole pronunciate dal capo del dicastero di Viale Trastevere sul palco della manifestazione della Lega “in difesa dei valori occidentali” del 4 novembre: “La nostra civiltà ha una storia che non nasce ieri, ma ha radici millenarie. Se la persona è al centro della storia non c’è spazio per discriminazioni di sesso, di nazionalità, di razza o di religione. Non c’è spazio per fanatismi intolleranti e violenti. Qualunque essi siano. Non c’è spazio nella nostra società per chi pensa che una donna, un israeliano, un africano, un ebreo, ma qanche un islamico o un cristiano possano essere discriminati. La cultura del rispetto verso la vita, la libertà e la sicurezza, la dignità per ogni essere umano, deve partire dalla scuola. Non ci può essere spazio nelle nostre scuole per prediche o pratiche di violenza, discriminazione o di odio”.
“La nostra società difende le frontiere perché se esistesse un diritto di immigrare sarebbe travolta la democrazia e lo Sato non avrebbe significato”, ha concluso il ministro, come riporta Fanpage.it.
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