I lettori ci scrivono

Ho vinto un concorso per insegnare il portoghese, ma ancora non c’è nessuna cattedra in Italia

Sono Fabio Mechella, vorrei raccontarvi un situazione di stallo che ormai si protrae dal 2018, anno in cui sono finito, insieme ad altre 10 persone, nelle graduatorie di merito regionali in attesa di ruolo. Noi 10 abbiamo partecipato al concorso straordinario 2018 e da allora siamo stati dimenticati.

La classe di concorso è la AN24 (Lingua e traduzione portoghese e brasiliana).

Risposta ad un vostro possibile pensiero: “dove insegnano portoghese“? DA NESSUNA PARTE, PERCHE’ TRAMITE ABILITAZIONE – PTOF E INTERVENTI DEL MIUR E DEI VARI USR si sarebbe dovuto attivare il percorso per creare i posti, così come avvenne per lo spagnolo.

Non solo questo non è avvenuto, ma è stato indetto un concorso 2018 mettendo nella speranza di stabilizzarsi coloro che abilitati nel 2014 stavano aspettando di lavorare.

Tutto è andato nel nulla, sembra che questa storia debba morire così, COME FOSSIMO SEPPELLITI E DIMENTICATI SOTTO LE MACERIE BUROCRATICHE O DEL TEMPO DIMENTICATO

Sono stato docente universitario a contratto, ho un dottorato di ricerca, una laurea in Lingue e una in Filologia Moderna, con la quale riesco a lavorare tramite contratti annuali da GPS su materia (Lettere) o su sostegno. Il ruolo però mi è escluso: sono andato a finire sulle graduatorie di merito e li insieme ad altri siamo stati dimenticati. Sono anche categoria protetta, per la legge 68/99. 

Sono anche promotore di una commemorazione storica, avendo scoperto una lapide sepolta da 70 anni in una zona di Roma che venne bombardata e in cui perirono 120 operai nel rifugio, tra cui mio nonno. Sono nipote è portatore di memoria storica, una cosa che ho scoperto e che sto cercando di inserire sui libri di storia. 

Proprio come morì mio nonno nel bombardamento anche io sto morendo nell’indifferenza, nella mancanza di giustizia legata a ciò che faticosamente è stato conquistato.

Prima di diventare un martire come mio nonno e gli altri 120 caduti del bombardamento del 3 marzo 1944, voglio lasciare traccia di ciò che sta accadendo, di come si viene dimenticati.

Io ho scoperto una lapide, dando lustro alla memoria di 120 famiglie, ma dall’altra parte nessuno ha dato risalto a questa cosa, nessuno sta onorando questa memoria, la memora di un concorso vinto, di un abilitazione presa, di soldi, tempo e fatica spesi.

Si parla di stabilizzazione dei precari storici, io non sono un precario storico, o meglio lo sono, ma il percorso e le mie conquiste le ho fatte. Non devo reiventarmi su un’altra direttrice, aspettando un altro concorso su lettere, perché dovrei farlo? Perché deve diventare normale vincere un concorso e non lavorare?

Non siamo i martiri di un bombardamento fisico, ma siamo i martiri dimenticati di un mondo che gira al contrario, che non concretizza ciò che promette, che emargina chi si impegna.

Da Venezia, dove è stato fatto il concorso non rispondono nemmeno alla PEC, non risponde nessuno, su questa cosa c’è un muro di gomma.

Non so se usciremo dalle macerie… siamo stati seppelliti ma ancora viviamo….

Un caro saluto

Fabio Mechella

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