Una giornalista di “Io donna” ha fatto una sorta di breve viaggio dentro alcune scuole italiane, scoprendo che il corpo docente non è quello che talvolta viene narrato.
“Mi aspettavo maestre stanche, annoiate, disperate, avvilite dalle condizioni contrattuali e di lavoro. Invece, ho trovato maestre sorridenti, divertite, indaffarate, attente e autorevoli. Maestre felici di avere in classe bambini che non parlano italiano: Grazie a loro, dopo sedici anni di insegnamento, mi sono dovuta inventare un nuovo metodo di lavoro.
Ed ecco cosa ha scoperto alla fine del breve viaggio nelle scuole elementari milanesi.
“Con i bambini, in verità, più che di banchi, classi e maestre, abbiamo parlato di religione, genitori, fratelli e sorelle, amicizia, amore, cinema, ma soprattutto di baci e animali domestici. In queste settimane di esplorazione ho cambiato la mia visione della scuola, in particolare del corpo docente. Mi aspettavo maestre stanche, annoiate, disperate, avvilite dalle condizioni contrattuali e di lavoro. Invece, ho trovato maestre sorridenti, divertite, indaffarate, attente e autorevoli. Maestre felici di avere in classe bambini che non parlano italiano: “Grazie a loro, dopo sedici anni di insegnamento, mi sono dovuta inventare un nuovo metodo di lavoro”. Ho incontrato un maestro che, alla fine delle lezioni, porta a cavalluccio un bimbo “diverso”, accompagnandolo fino all’uscita della scuola. E una maestra che, durante le lezioni, fa ascoltare musica classica ai bambini e li lascia liberi di cantare.
Vi sembra una scuola meravigliosa? No, non vi preoccupate, ho visto anche il cibo delle mense gettato nella spazzatura senza nemmeno essere stato assaggiato. Ho conosciuto bambini che avrebbero bisogno di un insegnante di sostegno e che non ce l’hanno e ho scoperto che nella scuola elementare le ore di religione superano quelle di inglese. (Tutti avranno sentito parlare di Lazzaro, ma pochissimi avranno sentito parlare di Frankenstein. Eppure tutti e due, da “morti” che erano, si alzano e camminano.)
Quella che vi abbiamo raccontato non è una scuola ideale, ma è certamente è un ottimo punto di partenza per una buona scuola, dove i bambini vanno volentieri: “Perché imparo tante cose e divento grande”, come mi hanno detto in molti. Questo è quello che ho visto a Milano, chissà se è così nel resto d’Italia”.
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