L’allarme è già stato lanciato, la situazione è più grave di quanto si pensi, Houston abbiamo un problema…
L’Intelligenza artificiale colpisce ancora, potremmo dire, e rischia di falciare altri posto di lavoro. Questa volta è la Scuola a essere colpita: come riportato dal Courrier International, il quotidiano The Texas Tribune ha divulgato una notizia che ha seminato il panico da Dallas a Houston… per l’appunto.
Cosa succede? Secondo il quotidiano locale, per risparmiare sui costi, La Texas Education Agency – l’agenzia incaricata di eseguire i test di valutazione degli studenti, dalla scuola elementare al diploma – affiderà la correzione dei test svolti a un motore di valutazione automatizzato, basato sul trattamento del linguaggio, molto simile all’ormai celebre ChatGPT di OpenAI. L’intelligenza artificiale valuterà, almeno per il momento, le competenze in lettura, scrittura, scienze e scienze sociali.
L’agenzia texana giustifica la sua scelta col fatto che l’ultima riforma dei test di valutazione ha aumentato il numero delle domande a risposta aperta rispetto ai questionari a scelta multipla. Due le conseguenze di questa riorganizzazione: aumentano enormemente i tempi di correzione e, di conseguenza, viene richiesto un numero maggiore di docenti correttori.
Ecco perché – continua il Texas Tribune – l’agenzia valutativa ha deciso di fare appello all’Intelligenza Artificiale. Questa, secondo un dirigente dell’Agenzia intervistato dal quotidiano, attribuirà gli stessi voti dei “correttori umani”: il programma, infatti, è stato ampiamente testato per riconoscere i criteri di correzione adottati dai docenti ed è in grado di riprodurli fedelmente. Nel caso in cui il computer dovesse avere dubbi sul voto da attribuire, la copia del test sarà riesaminata da un docente in carne e ossa.
Dicevamo che il vero scopo di questa scelta è il risparmio di denaro: in effetti, conclude il quotidiano texano, il ricorso all’Intelligenza Artificiale consentirà allo Stato di spendere dai 15 ai 20 milioni di dollari in meno. Come? Non assumendo più, come nel 2023, seimila docenti correttori ma limitandosi a reclutarne meno di duemila.