Dal dissesto idrogeologico, per il quale le somme destinate lievitavano da pioggia in piaggia, si è alla fine arrivati, scrive Panorama, a 700 milioni, mentre l’unità di missione di Palazzo Chigi ha liberato 800 milioni per vari cantieri da finanziare nel 2014; al Jobs Act da 100 miliardi (coi 60 miliardi di debiti della pubblica amministrazione da saldare (anche su quel tema si è rimasti indietro) ora ridotto a 1,5 miliardi di indennità di disoccupazione che sono quelli stanziati dai tempi della riforma Fornero.
Dei 220 milioni in tre anni per la promozione del Made in Italy allo sblocca Italia di 43 miliardi si sono visti solo 200 milioni di deroghe al patto di stabilità interno per gli investimenti dei Comuni. I 43 miliardi si riferivano anche ai progetti cofinanziati con i fondi europei, ma del totale della programmazione 2017-2013 ne restano da spendere, scrive sempre Panorama, oltre 20.
A maggio la ministra Stefania Giannini disse che 3 miliardi e 700 milioni serviranno per effettuare anche semplici interventi nelle scuole, ma a conti fatti, si tratta di 1,094 miliardi di fondi pubblici dei quali 300 milioni in attesa di essere sbloccati nel 2015.
Sulla Spending review, chiosa infine Panorama, dei 20 miliardi di tagli oggi si sa che ammontano solo a 6-7 miliardi per il 2015
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