Attualità

Certificato penale obbligatorio per chi lavora con gli alunni, Bussetti: necessario. Ma per prof e Ata già è così

“Chi è contatto con i ragazzi deve avere tutti i requisiti necessari. Il ministro Salvini è stato perentorio: va chiesto a chi lavora nell’ambito dei servizi al pubblico il certificato penale obbligatorio. Non posso che essere d’accordo con questa sua posizione”. È determinato il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, nel commentare il tentativo di strage verso 51 ragazzini, con alcuni insegnanti, condotto dall’autista senegalese Ousseynou Sy di un pullman che li avrebbe dovuti portare dalla palestra esterna all’istituto alla loro scuola media, la Vailati di Crema, in provincia di Cremona.

Occhio alle altre figure che operano a scuola

A ben vedere, almeno per quanto riguarda la scuola, già esiste l’obbligo, con la presa di servizio, di auto-dichiarare la propria posizione riguardante eventuali reati penali commessi: non è infatti più necessario consegnare il cosiddetto ‘casellario giudiziario’ all’atto dell’immissione in ruolo. Sarà cura dell’amministrazione, eventualmente, verificare la veridicità di tale dichiarazione.

Inoltre, se la magistratura apre un fascicolo nei confronti di un cittadino lavoratore, con possibili risvolti penali, ne dà comunicazione all’amministrazione.

Il problema sollevato dal ministro non riguarda quindi docenti e Ata, ma tutte le figure professionali ulteriori che operano nella scuola: dagli assistenti ai disabili a coloro che operano con gli alunni nell’ambito dei progetti didattico-formativi esterni.

E, ovviamente, gli autisti dei bus che trasportano quotidianamente alunni: come il senegalese Ousseynou Sy, a cui nessuno lo aveva chiesto.

Tali figure professionali, tuttavia, non dipendono dall’amministrazione scolastica (ancora una volta tirata per la “giacca” a seguito di episodi di cronaca), ma devono essere sottoposte ai controlli del loro datore di lavoro.

Certificato penale antipedofilia

Cinque anni fa, inoltre, per l’esattezza il 6 aprile 2014 – come riferito dalla stampa specializzata è entrato in vigore il decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 39, ovvero il Certificato penale antipedofilia, emanato in attuazione della direttiva 2011/93/UE relativa alla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile, che sostituisce la decisione quadro 2004/68/GAI.

Da quella data, i datori di lavoro che intendano impiegare una persona per lo svolgimento di attività professionali o attività volontarie organizzate che comportino contatti diretti e regolari con minori, dovranno acquisire il certificato penale antipedofilia previsto all’articolo 25 del richiamato T.U. al fine di verificare l’esistenza di condanne per i reati o sanzioni interdittive all’esercizio di attività che comportino contatti diretti e regolari con minori.

“Garantire la sicurezza assoluta degli studenti”

In un’intervista al quotidiano QN, pubblicata, sempre il 22 marzo, sempre rimanendo su questo argomento il ministro Bussetti ha tenuto a dire di volere “garantire la sicurezza assoluta degli studenti”, perché “è inammissibile che un autista di scuolabus abbia avuto problemi di alcol o addirittura sia stato condannato per molestie sessuali. Vogliamo che sia fatta la massima chiarezza. Chi è a contatto con i ragazzi deve avere tutti i requisiti necessari”.

In merito alla cittadinanza italiana per il ragazzino eroe di origini marocchine, “so che si sta cercando di procedere rapidamente in questo senso. Penso sia giusto”, commenta Bussetti.

Nella scuola relazioni forti

“Ad ogni modo, questa esperienza ha dimostrato che la scuola è un luogo di relazioni forti, dove si fa comunità: i ragazzi hanno giocato di squadra e per questo si sono salvati. Dobbiamo davvero essere orgogliosi di loro”.

Per offrire supporto alle persone coinvolte, “ci siamo mossi da subito: a poche ore da quell’agghiacciante episodio abbiamo attivato la task force del Miur sulle emergenze educative. È sul posto da due giorni, pronta a dare sostegno sia ai ragazzi coinvolti nella vicenda, che alle famiglie e al personale scolastico”, ha sottolineato il ministro.

“Quegli alunni sono eroi”

“Sono stati meravigliosi, eroi è la parola giusta”, ha detto il ministro dell’istruzione Marco Bussetti al suo arrivo, il 22 marzo, alla scuola media Vailati di Crema (Cremona), dove ha anche incontrato gli studenti che si trovavano a bordo dell’autobus a cui il conducente ha appiccato il fuoco.

Quei ragazzi “hanno dimostrato non solo di essere una classe unita ma una squadra” ha concluso il ministro.

Alessandro Giuliani

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