Eppure costituiscono una assoluta novità nel sistema scolastico italiano e quando se ne iniziò a parlare, suscitarono grande entusiasmo, e non solo nei confronti della sezione musicale, ma anche in quella che si riferiva alla danza.
Rispetto alle precedenti sperimentazioni di liceo ad indirizzo musicale si caratterizzano per la presenza nel quadro orario di un alto numero di ore di carattere specifico sotto forma di lezioni individuali di Esecuzione e interpretazione e di lezioni collettive di Laboratorio di Musica d’insieme, Tecnologie musicali, Teoria, Analisi e composizione e Storia della Musica.
Il numero di sezioni aperte è ancora limitato, e la loro distribuzione sul territorio nazionale non uniforme.
Nel corso dei primi tre anni di funzionamento sono state attivate in Italia complessivamente 78 sezioni di Liceo Musicale, corrispondenti ad una media di una sezione ogni 762.322 abitanti a livello nazionale (escludendo dal calcolo la regione autonoma Trentino-Alto Adige).
Questa proporzione è già di per sé bassa se consideriamo che una sezione a regime potrà ammettere non più di 28 iscrizioni per classe, quindi al massimo 140 alunni dalla prima alla quinta. Le iscrizioni infatti sono a numero chiuso e nelle previsioni del ministero i licei musicali dovevano essere la naturale prosecuzione dello studio dello strumento musicale nella secondaria di primo grado.
Una intuizione e un programma di studio di alto profilo didattico in funzione pure della storia culturale del nostro Paese caratterizzata dalla presenza tra i più grandi compositori di musica a livello mondiale.
Eppure, sempre per causa delle risorse finanziarie, un importante progetto formativo rischia di incepparsi.
Se si esaminano infatti le singole presenze dei licei musicali per regioni si evidenzia un panorama con forti differenze: alcune regioni (Basilicata, Molise, Calabria, Umbria, Toscana, Campania e Puglia) presentano un quadro nel complesso soddisfacente, con una buona distribuzione sul territorio, mentre altre (Emilia-Romagna, Piemonte, Lazio e Sicilia) la media è oltre 1/ 100.000 residenti per sezione, con molte delle attuali province del tutto prive di un Liceo Musicale.
Nell’attuale situazione finanziaria pubblica, che non consente l’impegno di maggiori risorse economiche, il rischio che si vada verso la soppressione e conseguente chiusura dei Licei Musicali non sembra peregrina e ciò sarebbe un gravissimo danno e un ulteriore impoverimento della offerta formativo dello Stato italiano nei confronti della sua popolazione.
E infatti nei venti licei troviamo circa ottocento insegnanti con oltre settemila ragazzi e gli enti locali che li stanno finanziando protestano, richiedendo aiuto allo Stato, anche perché riconoscono l’alto valore formativo e di prestigio che ciascuna istituzione scolastica raccoglie nel territorio.
Sembra infatti che gli istituti musicali, nell’anno scolastico on corso, abbiano pesato sulle casse dei Comuni e Province per circa 42 milioni che è una cifra importante.
E se i licei musicali dovessero chiudere, vuol dire che gli alunni saranno costretti a completare gli studi in un conservatorio, magari affrontando ogni giorno anche 200 chilometri di distanza per poter seguire le lezioni. Ma, soprattutto, va a impoverirsi un’offerta formativa che, per la musica, è legata alla cultura italiana. Facendo chiudere i battenti a scuole che hanno un secolo di storia sulle spalle.
“Un patrimonio culturale e un prestigio nazionale che rischiamo di perdere. La situazione è drammatica, i costi gravano per la quasi totalità sui Comuni e le Province”, si dice dalle parti delle associazioni dei comuni italiani.