Sono forti le critiche al mancato aggiornamento del protocollo sulla sicurezza. I sindacati non le mandano dire: tra i contestatori, c’è anche la Gilda degli Insegnanti. Il suo coordinatore nazionale, Rino Di Meglio, ha detto di reputare grave “che gli insegnanti non rientrano nel calcolo del numero massimo di positivi superato il quale scattano le misure stabilite per legge. A ciò si aggiunge che per i docenti inadempienti all’obbligo vaccinale (oltre 3.600 ndr) si prospetta un ritorno a scuola alla cieca, senza che siano stati specificati i loro compiti e le rispettive regole di tutela”.
Di Meglio ha quindi puntato il dito sul “sovraffollamento delle classi che rende inattuabile il distanziamento. Condizioni inaccettabili che ci spingono a non firmare il Protocollo di sicurezza”.
La Gilda non ha accettato, infine, la decisione di “demansionare i docenti inadempienti all’obbligo vaccinale” e “la decisione di utilizzare metà dei fondi prima destinati al merito e poi al rinnovo del contratto per coprire parte dei maggiori costi derivanti dal ritorno in servizio dei circa 3.800 docenti inadempienti all’obbligo vaccinale”.
“Si tratta di circa 15 milioni che, se sottratti, faranno retrocedere ulteriormente il già misero aumento di 104 euro lordi”, conclude Di Meglio.
Se confermata, la sottrazione di fondi al già ridotto aumento stipendiale, che dopo oltre tre anni di blocco porterà poco più del 4% medio di aumento, per i lavoratori della scuola come per tutti i dipendenti pubblici, potrebbe a questo punto alimentare ulteriormente le polemiche e far sollevare gli animi.
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