Mandare in pensione i 4mila ‘Quota 96’ della scuola a queste condizioni non può andare bene: a sostenerlo è il commissario Carlo Cottarelli, che ha l’incarico di tenere sotto controllo, anzi di ridurre, la spesa pubblica. Non gli è andato giù che nelle Commissioni della Camera si sia deciso di coprire i costi per il pensionamento dei dipendenti scolastici sottraendo i risparmi futuri della spending review:. E dal suo blog personale ha espresso tutto il suo disappunto.
”Se si utilizzano risorse provenienti da risparmi sulla spesa per aumentare la spesa stessa – ha spiegato scritto Cottarelli – il risparmio non potrà essere utilizzato per ridurre la tassazione su lavoro”. E solo riducendo le tasse sul lavoro – ha aggiunto – si può creare nuova occupazione.
“E’ una questione di priorità, di scelte – scrive l’Ansa – . Che poi sono il sale della politica. Se si fanno nuove spese non si tagliano le tasse sul lavoro: che poi – tradotto per il contribuente simplex – significa in questo momento rendere stabile anche nel 2015 il bonus di 80 euro e, magari, estenderlo anche a pensionati e partite Iva”.
Quel che svela l’intervento di Cottarelli è inoltre quello che appare come un nuovo trucco della politica. ”Si sta diffondendo la pratica – scrive Cottarelli – di autorizzare nuove spese indicando che la copertura sarà trovata attraverso future operazioni di revisione della spesa o, in assenza di queste, attraverso tagli lineari delle spese ministeriali”. Insomma, spiega con malcelata ironia il titolo del blog: ”La revisione della spesa come strumento per il finanziamento di&hellip nuove spese”.
Il problema è che questo ha un inconveniente. Il governo sta già faticando a trovare le risorse (almeno 10 miliardi) per stabilizzare il bonus di 80 euro nel 2015, alle quali si aggiungono altri risparmi per fare fronte alla riduzione (per circa 4,5 miliardi) del deficit, necessario per portarlo se non al ”pareggio” almeno in carreggiata. Invece sono già stati impegnati per il 2015 ben 1,6 miliardi di risparmi ancora da trovare. Come? prima con la legge di stabilità dove si spiega che la spending serve per evitare il taglio delle agevolazioni fiscali, poi nel decreto P.a per finanziare il pensionamento dei funzionari anziani. Ora di nuovo nel decreto P.a per per l’introduzione di quella ‘quota 96’ che consente di evitare di lasciare ancor in servizio i 4mila bloccati nella scuola per l’introduzione affrettata della legge Fornero.
Pronte le repliche a Cottarelli. Per il capogruppo alla Camera di Forza Italia, Renato Brunetta, l’uomo del risparmio pubblico “svela l’imbroglio delle coperture di Renzi, vale a dire il continuo ricorso, da parte del governo, ai risparmi derivanti dalla Spending review per finanziare altre spese, magari relative a norme di chiaro stampo clientelare”, mentre per la Lega “il governo sta spendendo soldi che non ci sono e non si sa se ci saranno”.
Anche Francesco Boccia, presidente della Bilancio alla Camera, replica a stretto giro: se Cottarelli “è in vena di dare consigli sull’utilizzo dei risparmi di spesa sulle pensioni, gli consiglio vivamente di rivolgersi prima al Governo e solo successivamente al Parlamento”. Ma le parole del commissario non sono una critica al governo, bensì un alert per la politica.
Quella di Cottarelli è la stessa chiave di lettura che trova sponda anche nel ministro dell’Economia. “I tentativi di fare apparire le parole di Cottarelli come una polemica nei confronti del governo anziché nei confronti di alcune prassi parlamentari sono evidentemente strumentali”, spiegano fonti del Tesoro, sottolineando che l’intervento mira invece a ribadire le posizioni comuni di Mef e Governo sulla spending. Del resto, proprio durante l’esame del decreto della P.A., il sottosegretario Giovanni Legnini aveva espresso il parere contrario del Mef.
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