L’Amministrazione deve decidere in fretta la strada da intraprendere per la nuova mobilità degli insegnanti per l’anno scolastico 2016-2017. I tempi stringono e la discussione è arrivata ormai ad un bivio. O l’Amministrazione accetta le proposte dei sindacati e si apre la contrattazione sulla mobilità, oppure per la prima volta il regolamento della nuova mobilità sarà deciso unilateralmente, con tutte le conseguenze del caso, dal Miur. Se così accadesse sarebbe il primo passo della rottura ufficiale e insanabile delle relazioni tra Amministrazione e sindacati della scuola. Cosa chiedono i sindacati per potere avviare questa complicatissima partita della prossima mobilità della scuola? Si tratta di 5 punti nodali, come spiegato nel sito nazionale della Flc Cgil, che rappresenterebbero il punto di partenza per ragionare sul prossimo contratto di mobilità della scuola.
Come primo punto c’è la non costituzione, ai fini della mobilità per il 2016-2017, degli ambiti territoriali. Infatti tutti i sindacati sono assolutamente contrari all’attivazione di questi ambiti territoriali e sono anche contrari alla “chiamata diretta dei docenti” da parte dei DS.
Il secondo punto riguarda la cadenza annuale, anche per i docenti, della mobilità, per cui si chiede che il prossimo contratto si riferisca esclusivamente all’anno scolastico 2016-2017, senza lanciarsi in norme pluriennali.
Il terzo punto rivendicato dai sindacati riguarda la mobilità volontaria in ambito provinciale, in modo tale che sia effettuata con le regole attuali e senza l’introduzione degli ambiti territoriali. Inoltre si chiede che tutti i docenti possano ottenere la titolarità nelle scuole, come di fatto è previsto dalla stessa legge 107/2015 per i neo immessi in ruolo nella fase 0 e A. Stessa cosa deve valere per i perdenti posto e a chi è stato trasferito d’ufficio per il 2015-2016 o negli ultimi 8 anni, per i quali dovrà continuare a persistere la precedenza di rientro nella scuola di ex titolarità. Si chiede anche per i docenti di sostegno titolari su posti DOS che possano presentare domanda di mobilità volontaria per acquisire una titolarità.
Il quarto punto nodale riguarda la mobilità interprovinciale, dove viene richiesto, per ragioni di equità, di consentire la mobilità interprovinciale nell’ambito del piano straordinario a tutti i neo assunti senza eccezione alcuna.
Infine il quinto e ultimo punto riguarda la mobilità annuale ovvero le utilizzazioni e assegnazioni provvisorie. A tal proposito va confermata integralmente la mobilità annuale cosi come è stata regolata nell’attuale Ccni. A quanto pare questi 5 punti sono vincolati per il buon esito della contrattazione e l’Amministrazione è chiamata a decidere se accettare e quindi contrattare o se procedere da sola senza condivisione dei sindacati. Speriamo solo che non si continui ad ignorare le richieste sindacali applicando il concetto renziano: “ Il sindacato non è d’accordo con l’Amministrazione? Non importa si va avanti lo stesso!”.
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