I 5000 internalizzati a part-time si rivolgono allo Stato di cui fanno parte, ai Sindacati che hanno il compito di difendere i diritti dei lavoratori, alla politica che ha il dovere di deliberare, per chiedere il rispetto di un diritto costituzionale sancito dall’art 3 della Costituzione “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti la legge… Ed E compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Noi assunti part-time vogliamo la sicurezza di un reddito, perché i mutui accesi in un momento in cui potevamo far fronte, le utenze, le spese quotidiane per la nostra sopravvivenza e quella delle nostre famiglie (e tanti di noi come ben sapete siamo monoreddito) non può che essere l’UNICA e sola risoluzione ad un problema gravoso e all’avere quello che questa internalizzazione a metà ci nega, il DIRITTO alla continuità reddituale (vedi parere CSPI e richieste sindacali).
NON chiediamo assistenzialismo, ne soluzioni momentanee, che non ci darebbero comunque una prospettiva di vita serena e tranquilla per il nostro sostentamento di padri e madri di famiglia.
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